Storia di sushi e di ventenni ora come allora
Storia di sushi e buona azione quotidiana. Storia di condivisione con due ragazzi(ni) innamorati al tavolo accanto.Nell’impossibilità di pagare con carta di credito (loro) e di raggiungere a piedi il bancomat più vicino, Michelangelo si offre di accompagnare lui in macchina, neanche 18 anni.
“Guarda che a piedi è lontano il bancomat e Potenza è in salita”.
Rimaniamo simpaticamente ostaggi del ristorante io e lei (non più di 16 anni lei).
A scambiar pareri sul sushi appena mangiato. All can you eat e devo dire che entrambi i tavoli non ci siamo fatti mancare nulla
Rientrano i nostri uomini, contanti in mano.
Abbiamo adottato la coppia di ragazzi(ni) innamorati. Uscita da scuola (lei), lui l’ha portata (a piedi attraversando una città) a mangiare il sushi, ma anche cinese.
Si perché a Potenza oramai si mangia giapponese ma anche cinese e fusion.
A Potenza, puoi astrarti dal mondo e pranzare con pezzi di riso e pesce come se fossi da tutt’altra parte del mondo o, almeno, a 100 km più in là (il sushi più vicino, fino a poco tempo fa).
Il ringraziamento dei nostri due giovani amici innamorati. Il ringraziamento e la simpatia dei nostri amici ristoratori (cinesi, ve lo dico, così sapete che non sono proprio giapponesi, ma il sushi e buono, la qualità mediobuona, i piatti abbondanti e la gentilezza tanta, anche in situazioni di caos).
Da una parte i ristoratori a ringraziarci per aver aiutato i ragazzi e a scusarsi per il bancomat non ancora funzionante. Dall’altra i nostri due giovani amici che abbiamo anche accompagnato alla fermata del bus.
Ve l’ho detto che oggi li abbiamo adottati no? E Potenza è sempre una città in salita.
Ringraziamenti e sorrisi.
Di quelle situazioni che da un po’ non ci capitavano, di incontri casuali ed empatia.
Di ritrovarci come loro, ma con almeno il doppio degli anni addosso, anche noi oggi, mano nella mano, a mangiare sushi insieme e a sorridere, raccontando questa storia che mi andava di scrivere.
Hashtag #ventanni