La privacy a scuola: dai tablet alla pagella elettronica, le regole da ricordare
Con l’apertura delle scuole, il Garante per la protezione dei dati personali, ritiene utile fornire a professori, genitori e studenti, sulla base dei provvedimenti adottati e dei pareri resi, alcune indicazioni generali in materia di tutela della privacy.
Diffondo anche io a colleghi, studenti e genitori che mi leggono, le regole del Garante Privacy riguardo la privacy a scuola: dai tablet alla pagella elettronica, ecco cosa dobbiamo ricordare tutti.
Mentre i provvedimenti attuativi del Ministero dell’istruzione riguardo all’iscrizione on line degli studenti, all’adozione dei registri on line e alla consultazione della pagella via web mancano ancora all’appello, per tutto il resto (con particolare attenzione alle tecnologie e ai media) vale il buon senso e quanto ci ricorda il garante Privacy.
Si trovano sul sito del Garante Privacy in un opuscolo graficamente curato da stampare e diffondere (o da passare via social o mail).
Riassumendole anche qua per comodità:
– Obbligo del consenso per video e foto sui social network.
– Scrutini e voti pubblici.
– Sì alle foto di recite e gite scolastiche.
– No alla pubblicazione on line dei nomi e cognomi degli studenti non in regola coi pagamenti della retta.
– Su cellulari e tablet in classe l’ultima parola spetta alle scuole.
La privacy a scuola. Dai tablet alla pagella elettronica. Le regole da ricordare
Temi in classe
Non lede la privacy l’insegnante che assegna ai propri alunni lo svolgimento di temi in classe riguardanti il loro mondo personale. Sta invece nella sensibilità dell’insegnante, nel momento in cui gli elaborati vengono letti in classe, trovare l’equilibrio tra esigenze didattiche e tutela della riservatezza, specialmente se si tratta di argomenti delicati.Cellulari e tablet
L’uso di cellulari e smartphone è in genere consentito per fini strettamente personali, ad esempio per registrare le lezioni, e sempre nel rispetto delle persone. Spetta comunque agli istituti scolastici decidere nella loro autonomia come regolamentare o se vietare del tutto l’uso dei cellulari. Non si possono diffondere immagini, video o foto sul web se non con il consenso delle persone riprese. E’ bene ricordare che la diffusione di filmati e foto che ledono la riservatezza e la dignità delle persone può far incorrere lo studente in sanzioni disciplinari e pecuniarie o perfino in veri e propri reati.Stesse cautele vanno previste per l’uso dei tablet, se usati a fini di registrazione e non soltanto per fini didattici o per consultare in classe libri elettronici e testi on line.
Recite e gite scolastiche
Non violano la privacy le riprese video e le fotografie raccolte dai genitori durante le recite, le gite e i saggi scolastici. Le immagini in questi casi sono raccolte a fini personali e destinati ad un ambito familiare o amicale. Nel caso si intendesse pubblicarle o diffonderle in rete, anche sui social network, è necessario ottenere il consenso delle persone presenti nei video o nelle foto.Retta e servizio mensa
É illecito pubblicare sul sito della scuola il nome e cognome degli studenti i cui genitori sono in ritardo nel pagamento della retta o del servizio mensa. Lo stesso vale per gli studenti che usufruiscono gratuitamente del servizio mensa in quanto appartenenti a famiglie con reddito minimo o a fasce deboli. Gli avvisi messi on line devono avere carattere generale, mentre alle singole persone ci si deve rivolgere con comunicazioni di carattere individuale. A salvaguardia della trasparenza sulla gestione delle risorse scolastiche, restano ferme le regole sull’accesso ai documenti amministrativi da parte delle persone interessate.Telecamere
Si possono in generale installare telecamere all’interno degli istituti scolastici, ma devono funzionare solo negli orari di chiusura degli istituti e la loro presenza deve essere segnalata con cartelli. Se le riprese riguardano l’esterno della scuola, l’angolo visuale delle telecamere deve essere opportunamente delimitato. Le immagini registrare devono essere cancellate in generale dopo 24 ore.Inserimento professionale
Al fine di agevolare l’orientamento, la formazione e l’inserimento professionale le scuole, su richiesta degli studenti, possono comunicare e diffondere alle aziende private e alle pubbliche amministrazioni i dati personali dei ragazzi.Questionari per attività di ricerca
L’attività di ricerca con la raccolta di informazioni personali tramite questionari da sottoporre agli studenti è consentita solo se ragazzi e genitori sono stati prima informati sugli scopi delle ricerca, le modalità del trattamento e le misure di sicurezza adottate. Gli studenti e i genitori devono essere lasciati liberi di non aderire all’iniziativa.Iscrizione e registri on line, pagella elettronica
In attesa di poter esprimere il previsto parere sui provvedimenti attuativi del Ministero dell’istruzione riguardo all’iscrizione on line degli studenti, all’adozione dei registri on line e alla consultazione della pagella via web, il Garante auspica l’adozione di adeguate misure di sicurezza a protezione dei dati.Voti, scrutini, esami di Stato
I voti dei compiti in classe e delle interrogazioni, gli esiti degli scrutini o degli esami di Stato sono pubblici. Le informazioni sul rendimento scolastico sono soggette ad un regime di trasparenza e il regime della loro conoscibilità è stabilito dal Ministero dell’istruzione. E’ necessario però, nel pubblicare voti degli scrutini e degli esami nei tabelloni, che l’istituto eviti di fornire, anche indirettamente, informazioni sulle condizioni di salute degli studenti: il riferimento alle “prove differenziate” sostenute dagli studenti portatori di handicap, ad esempio, non va inserito nei tabelloni, ma deve essere indicato solamente nell’attestazione da rilasciare allo studente.Trattamento dei dati personali
Le scuole devono rendere noto alle famiglie e ai ragazzi, attraverso un’adeguata informativa, quali dati raccolgono e come li utilizzano. Spesso le scuole utilizzano nella loro attività quotidiana dati delicati – come quelli riguardanti le origini etniche, le convinzioni religiose, lo stato di salute – anche per fornire semplici servizi, come ad esempio la mensa. E’ bene ricordare che nel trattare queste categorie di informazioni gli istituti scolastici devono porre estrema cautela, in conformità al regolamento sui dati sensibili adottato dal Ministero dell’istruzione. Famiglie e studenti hanno diritto di conoscere quali informazioni sono trattate dall’istituto scolastico, farle rettificare se inesatte, incomplete o non aggiornate.
da insegnante dico.. a parte che x il trattamento dei dati è una vita che si fa cosi’ e non ce lo deve certo ricordar nessuno,.ma chi egge piu’ i temi di tutti ad alta voce in classe!!! Ma smettetela di sparare sulla scuola , e veniteci voi a lavorare e vediamo che sapete fare!!!!
manca una cosa per i prof. Non dare la password di mail/cedolino a “cani e porci” #truestory
Anche io oggi ho ripreso questa notizia nel mio piccolo portale! Come hanno detto le due persone qua sopra, il Garante della Privacy non ha scoperto l’acqua calda…!! Non si possono usare i cellulari in classe? Ovvio, non si è mai potuto… Si possono rendere i voti pubblici? Nelle mie scuole è sempre stato così… Non si può dire chi non paga? Se non rientra nella privacy si chiama rispetto per le persone. Ovviamente era necessario dare un segno e mostrare almeno un certo interesse per l’inizio delle scuole, ma io penso che con questo opuscolo non sia cambiato un granchè dagli altri anni e non capisco molto il grande peso che i TG e i giornali hanno dato!
Immagino, semplicemente, che il garante faccia il suo lavoro e, in questo caso, in maniera comunicativamente efficace e chiara. Non cambia niente, l’opuscolo. Ricorda solo quello che si può e quello che non si può fare. Non è che tutti lo sanno…
Sinceramente penso che un giorno capitera’ il ragazzino hacker che si mettera’ tutti 10 senza aprire un libro, poi voglio ben vedere cosa faranno i prof xD
Trovo semplicemente incomprensibile che il governo si occupi di queste tematiche, quando, relativamente alla scuola ci sono problemi ben più gravi, dove per mancanza di fondi, o chissà cosa, i genitori sono ancora costretti a partecipare a collette per comprare carta igienica, fogli di carta etc.
Saluti,
Maria