E se il prof twitta durante l’esame?
All’università di Cardiff scoppia il #tweetgate a causa dell’uso/abuso di Twitter durante un esame. Fonte: un newspaper indipendente degli studenti, prendiamo la cosa con le pinze.
Stavolta non è colpa degli studenti. No, Twitter non è stato usato da loro come veloce strumento (più degli SMS) per passarsi le risposte dell’esame in corso. Come verrebbe subito da pensare. No.
C’è una indagine in corso su uno dei membri della commissione esaminatrice. Uno dei prof, in pratica. Il giovane ricercatore/collaboratore/assistente ha pensato bene, per passare il tempo durante lo svolgimento della prova, di twittare.
Niente di male, se non che twittasse dell’esame, dalla sede dell’esame. E che ci aggiungesse suoi personali commenti su studenti e studentesse.
“Student 22 is very cold… But if she will wear a mini-skirt and heels to an exam in January.”
“Student 20 just asked to go to toilet. She went just before the exam. Coffee fuelled emergency cramming I reckon.”
“I never realised exams were so loosely regulated e.g. leaving me in charge of one. It’s disgraceful, really.”
L’assistente è un utente Twitter prolifico, uno da più di 21.000 tweet scritti e inviati, per capirci. Ok twittare la qualunque (non dovrei essere proprio io a dirlo, visti i miei numeri su Twitter) ma esprimere commenti personali e giudizi sugli studenti che svolgevano l’esame, non è proprio il massimo della correttezza.
Non s’è capito se i tweet siano stati inviati durante la prova o dopo, lo dirà l’esito dell’indagine. L’Università di Cardiff prevede il divieto di uso di telefonini e smartphone durante gli esami scritti e basta. Abbastanza ovvio che le linee guida del Senato Accademico non prevedano, al momento, la regolamentazione dell’uso di Twitter durante gli esami. Questo episodio potrebbe aprire riflessioni in merito. Chi vigila sull’esame non dovrebbe a sua volta usare il telefonino e men che meno Twitter, forse l’Università si organizzerà, adesso.
Gli strumenti di comunicazione evolvono più velocemente dei regolamenti, si sa.
Gli studenti, da parte loro, sono offesi non per il fatto che l’assistente abbia twittato durante l’esame ma per l’ironia e i commenti espressi su ognuno di loro. Erano là per essere giudicati per i contenuti della prova d’esame e sulla loro preparazione, non per le minigonne che indossavano.
Non hanno tutti i torti.
Ora resta da vedere se le policy d’uso dei social (non solo per gli studenti) in sede d’esame (e in che modo) verranno o meno regolamentate.
Assolutamente riprovevole! Nella mia facoltà è una consuetudine che i prof girino su facebook o su twitter durante un esame e a volte anche durante le lezioni (!!!). Tuttavia quanto raccontato qui è lesivo anche della dignità degli studenti, oltre che vietato dal regolamento, quindi è giusto che chi sbaglia paghi..
Poteva far peggio usando nomi e cognomi!
Incredibile non pensavo che potesse essere vero! Comunque non ci trovo nulla di male, esprimere dei pareri sugli altri è lecito.
Il fatto è che si fa presto a far scandalo per qualcosa, e i social network sono tra i primi posti nella scala degli argomenti preferiti per creare scandali.
Sempre peggio…