A far la storia d’Italia ufficialmente copiaincollando da Wikipedia siam bravi tutti
Su l’Unità di oggi 29 settembre 2010 a pag. 13 c’è un articolo di Marco Salvia riguardante le parti del libretto sui 150 anni della storia d’Italia copiate da Wikipedia.
Ve lo riporto, avendo contribuito alla sua stesura mettendo a disposizione la copia del libretto (ricevuto in dono all’inaugurazione dell’anno scolastico in Quirinale) e verificato personalmente il plagio delle Note Storiche in esso contenute. Note Storiche praticamente copiaincollate da Wikipedia. A volte con un paio di parole “cambiate” neanche strategicamente, spesso e volentieri copiate pedissequamente, così come si trovano su Wikipedia.
Tutto è partito da Lia che mi ha chiesto di mettere a disposizione il libretto “I testi della memoria”: la nostra storia insieme compie 150 anni (copertina con grafica tricolore), in mio possesso, per verificare quanto postato da Tamas sul suo tumblr. L’articolo è già stato ripreso da Giornalettismo.
Devo prima precisare una cosa, dal momento che io all’inaugurazione dell’anno scolastico al Quirinale c’ero.
Sicuramente non si è visto nella diretta TV quello che è successo al passaggio della Gelmini tra il pubblico presente. E non è esattamente quanto si scrive nè nell’articolo nè nel post di Tamas.
Al passaggio della Gelmini dal pubblico, da noi, da ragazzi e professori presenti, stavano partendo urla e fischi. Le hostess e la security non sono passate (almeno nel mio settore) a dire che bisognava applaudire. No, le hostess e la security quando sono cominciate le urla e i fischi, sono passate per dire a studenti e professori questo: “Abbiate rispetto del Presidente della Repubblica, è lui che vi ospita.”
E’ cosa ben diversa dal dire che hanno detto al pubblico che bisognava applaudire.
Noi prof ci siamo guardati (ripeto, almeno nella mia zona ma quello che è successo è stata reazione comunque, quindi dubito fortemente che in altre zone le hostess abbiano detto “Bisogna applaudire” e basta).
“Ragazzi, abbiamo rispetto del Presidente della Repubblica”. Abbiamo detto ai nostri studenti.
E’ calato il silenzio. Nessun applauso. La Gelmini è passata nel silenzio del pubblico.
Due interminabili minuti che in televisione non saranno stati trasmessi, due interminabili minuti di silenzio.
Silenzio da un pubblico di studenti e professori che applaudiva a tutto, anche al passaggio dei cavalli dei corazzieri.
Due interminabili minuti di silenzio al passaggio della Gelmini.
Non ci fate fischiare, noi stiamo zitti. Questo è il messaggio, palese e percepibile solo dai presenti.
Come dire, il silenzio dice molto di più anche di fischi e urla. Anche se in TV sarà stato opportunamente camuffato.
Veniamo ora al contenuto dell’articolo, al libretto e a wikipedia.
Si è vero: il libretto “I testi della memoria”: la nostra storia insieme compie 150 anni oltre a non contenere NESSUN nome o riferimento agli eventuali curatori, nessun riferimento alla data di stampa o alla tipografia e nemmeno alla Presidenza della Repubblica o a chi ha commissionato l’opera, il libretto contiene alla fine di ogni capitoletto delle NOTE STORICHE praticamente copiate da WIKIPEDIA senza mai citare la fonte.
Non c’è un nome, un curatore, una data di stampa, una fonte che sia una, non c’è NULLA su questo libretto se non dei documenti e delle note storiche copiate da Wikipedia (solo in alcuni casi editate, ma un minimo).
“I testi della memoria” contiene alcuni documenti divisi in capitoletti:
Ad esempio il primo, Lo Statuto Albertino Torino 4 marzo 1848. C’è il testo dello Statuto Albertino con i vari articoli e le Note Storiche a pag. 21 di cui Carlo Alberto Amedeo di Savoia è scopiazzato (editing leggerissimo) da http://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Alberto_di_Savoia
“Carlo Alberto Amedeo di Savoia detto “il Magnanimo” (francese: Charles-Albert; piemontese Carl’Albert; Torino, 2 ottobre 1798 – Oporto, 28 luglio 1849) conte di Barge, settimo Principe di Carignano e Re di Sardegna dal 1831 al 1849. Ha legato indelebilmente il suo nome alla promulgazione dello Statuto fondamentale della Monarchia di Savoia 4 marzo 1848 – noto, appunto, come Statuto albertino – che rese il Regno di Sardegna, prima, e l’Italia, poi, una Monarchia costituzionale.”
e lo Statuto Albertino è scopiazzato da http://it.wikipedia.org/wiki/Statuto_albertino
“Lo Statuto del Regno o Statuto fondamentale della Monarchia di Savoia 4 marzo 1848, noto come Statuto albertino dal nome del Re che lo promulgò, Carlo Alberto di Savoia-Carignano, fu lo statuto adottato dal Regno sardo-piemontese il 4 marzo 1848 e fu definito, nel Preambolo autografo dello stesso Carlo Alberto, «Legge fondamentale perpetua ed irrevocabile della Monarchia» sabauda.”
Sempre le note storiche a pag. 39:
– L’assassinio di Pellegrino Rossi diciamo che è preso da qua http://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_Romana_(1849) e editato ma poco:
“L’assassinio di Pellegrino Rossi e la conseguente crisi politica del Papato [modifica] Il 15 novembre riaprì il Parlamento e il nuovo ministro dell’interno venne accoltellato da un gruppo di cui faceva parte un figlio del capopopolo democratico Ciceruacchio. In serata lo stesso Ciceruacchio, insieme a Carlo Luciano Buonaparte, inscenò sotto il Quirinale, una tumultuosa manifestazione, per chiedere “un ministro democratico, la costituente italiana e la guerra all’Austria”. La folla portò anche un cannone, che puntò contro il palazzo: si venne allo scontro a fuoco con gli Svizzeri e restò ucciso un monsignore addetto ai Sacri Palazzi. Pio IX convocò il corpo diplomatico e dichiarò che cedeva alla violenza e che considerava nulle tutte le concessioni che avrebbe fatto. Dopodiché assecondò le pressioni popolari, incaricando il democratico Bartolomeo Galletti di formare un nuovo ministero. La scena si ripeté due giorni più tardi, la sera del 17, quando la stessa folla armata si ripresentò davanti al Quirinale, chiedendo l’allontanamento degli Svizzeri. Ancora una volta Pio IX preavvisò il corpo diplomatico e cedette.”
– Pio IX: due righe apparentemente scritte di loro pugno,
– Assedio di Roma: non sembra scopiazzato a prima vista dalla pagina relativa di Wikipedia ma googlando meglio si scopre che il testo appartiene a questa pagina http://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_Romana_(1849)
– La lettera di Mazzini ai Romani: scopiazzato sempre da qua http://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_Romana_(1849)
Siamo a più di tre indizi e se non ricordo male, tre indizi fanno una prova: le note storiche del libretto “I testi della memoria”: la nostra storia insieme compie 150 anni, distribuito in occasione del compleanno della Repubblica e dell’inaugurazione dell’anno scolastico in Quirinale sono COPIATE da WIKIPEDIA.
O c’è bisogno che vi riporti il resto dell’indagine?
Metti il testo su google (o cerca la voce corrispondente di Wikipedia) per ognuna delle note storiche e, ad esempio, anche quelle riguardanti Mazzini son copiate da Wikipedia, questo è il lavoro che ho fatto, riassunto nell’articolo dell’Unità di oggi.
Hanno avuto l’intelligenza di non scrivere i curatori, non sapremo mai chi si è occupato della redazione e pubblicazione del libretto con i testi dei 150 anni della nostra storia. Sappiamo solo che son stati pagati (poco o tanto non importa) per COPIARE e INCOLLARE testi da WIKIPEDIA che, con tutto il rispetto per il progetto, non è esattamente una fonte storica attendibile.
WIKIPEDIA è un’enciclopedia le cui voci sono create e curate in maniera volontaria da chiunque sulla rete (certo, con le opportune verifiche ecc. ecc.)
WIKIPEDIA è un’enciclopedia che posso scrivere io, come la puoi scrivere anche tu.
Vogliamo prendere da WIKIPEDIA un contenuto? Facciamolo pure e mettiamo la fonte. Come ho fatto io in questo post: queste voci, queste parole sono interamente prese da qui, pagina e LINK.
I furbetti incaricati della redazione del testo del libretto hanno fatto una gran furbata. Peccato che tutti, dagli studenti al prof più scarso in tecnologie, oramai usiamo wikipedia e google. La verifica del plagio è immediata.
La verifica della magra figura, anche.
Gli studenti oramai si son fatti furbi e cambiano qualche parola quando trovano quello che cercano su Wikipedia, prima di consegnarlo al prof. Hanno capito che non possono consegnare tutti la stessa ricerca e hanno capito anche che i prof sanno usare Wikipedia a loro volta.
Soprattutto entrambe le categorie, prof e studenti, hanno oramai capito che le sole informazioni fornite da WIKIPEDIA non bastano. Sono solo le prime informazioni. L’approfondimento è altra cosa.
Le fonti storiche a corredo di documenti storici poi, sono ben altro di un paio di frasi scopiazzate alla meglio da WIKIPEDIA.
Chi è il mandante di questo libretto? La Presidenza della Repubblica, il Ministero dell’Istruzione? Napolitano, la Gelmini? Dubito si siano interessati al libretto in prima persona.
Non hanno nemmeno controllato il risultato commissionato a chi sa chi, però.
Fatto sta che un libretto ufficiale con contenuti ufficiali, come questi sui documenti che hanno fatto la storia dell’Italia, andava curato nei dettagli, nelle note, nelle fonti ecc. e non copiaincollato dal primo contenuto che trovi cercando su Internet.
A far la storia così siam bravi tutti.
OMG
Bella roba!
Fantastica la vostra reazione al passaggio della Gelmini!
Posso segnalare questo post nella mia pagina di FB dedicata alla Scuola Pubblica? (Io Amo la Scuola Pubblica).
Ciao!
@jolanda ma certo condividi pure dove vuoi 🙂
sì la reazione è stata quella… ma fa più scena dire sulla stampa che ci hanno detto che dovevamo applaudire… fortunatamente i ragazzi son teste pensanti e hanno rispettato l’ospitalità del presidente napolitano…
Si potrebbero fare tante considerazioni su questo, ennesimo, scivolone: dal fatto che obiettivamente bastava poco per verificare che i contenuti erano stati scopiazzati paro paro, al fatto che il Ministero autorizza moralmente gli studenti a fare altrettanto, al fatto che la famosa “I” di informatica non potrà mai diventare una “I” di internet finché a certi livelli non se ne comprenderanno i meccanismi, al fatto che potevano anche risparmiarsi di stampare il libretto su carta (a proposito, chissà quante copie ne avranno stampate) visto che bastava un link o un ebook…e mi fermo qui
Cara catepol, colgo l’occasione per ringraziarti pubblicamente del tuo prezioso aiuto.
sei forte
Marco Salvia
@marco di nulla l’ho fatto con piacere (l’avrei fatto comunque una volta avuta la pulce nell’orecchio)
Brava Caterina. Un altro colpo a segno.
Un post da aggiungere alla pagina dei preferiti… come in tanti altri casi, condivido volentieri su facebook 😉
Fabrizio
Ho letto l’articolo di Salvia sull’Unità, da wikipediano convinto e appassionato sono irritato per i giudizi su wikipedia…. non capisco i motivi di un tale astio, e non capisco le difficoltà che una persona di intelligenza normale trovi nell’afferrare la natura (e i limiti ovvio!) del progetto wiki. Condivido invece il giudizio equilibrato che di wiki viene formulato in questo blog. Nulla è perfetto, tutto è migliorabile…. e il processo con cui wiki è migliorabile è particolarmente facile, aperto e interessante.
Si wikipedia è migliorabile e migliorabile da tutti con il proprio contributo. Nel caso in questione non è tanto grave che abbiano palesemente copiato da Wikipedia ma che abbiano volutamente omesso la Fonte, il Link dei pezzettini con cui hanno costituito le note storiche. Ancora più grave in una pubblicazione pseudoufficiale nella quale non è possibile neanche evincere i curatori o la data di stampa. Come se metter su un libretto di storia fosse veramente un’accozzaglia di copia incolla. Parliamo di storia dlela nostra Repubblica…un minimo di cura in più ci stava tutta
L’impressione è quella che si tratti di un libretto raffazzonato all’ultimo minuto (vista la mancanza dei crediti degli autori e di una correzione degli errori dei testi copiati). M’immagino che si siano accorti la sera prima di non avere fatto nulla per l’evento, così hanno messo al lavoro un paio di stagisti e…
Non mi scandalizza l’utilizzo dei contenuti di Wikipedia (lo fanno anche vari giornalisti), ma copiare dall’enciclopedia libera senza nemmeno citarla (e senza citare né gli autori dei testi originari né la licenza CC-BY-SA con la quale sono rilasciati) equivale ad una violazione del diritto d’autore! Sarebbe opportuno che un Ministero rispettasse la legge (oltre al buongusto e alla credibilità delle istituzioni, naturalmente). Qualche dubbio deve essergli pur venuto, se nessuno alla fine ha voluto firmare il travagliato volumetto.
La cosa del resto non è nemmeno una novità: nel Veneto (dove vivo) alcuni mesi fa fa un assessore regionale alla cultura (stesso schieramento della Gelmini, ma forse è un caso!) aveva fatto distribuire nelle scuole un volumetto – sempre scopiazzato – con l’aggravante che i testi erano stati modificati per sostenere il revisionismo storico di destra.
Molto efficace il silenzio opposto al passaggio della ministra. Alla prossima occasione, voltate anche la schiena.
efficace solo per chi era presente là… perchè lo abbiamo sentito. In TV non è passato per cui…