Pagine per comunità
Da queste parti abbiamo analizzato spessissimo il fenomeno delle fan page. Il bloggante ne ha descritto gli usi possibili per i marchi, le aziende, le organizzazioni pubbliche, nonchè l’opportunità per chi detiene un blog, di usarle come canale, megafono, amplificatore delle propie attività e del proprio personal branding.
Non è comunque facile, per l’utenza di Facebook, districarsi fra i meandri e i significati di profilo, fanpage, activity, group, vanity, ecc. E ora la situazione si complica con l’introduzione delle “community pages“.
L’intento di Facebook, però, è abbastanza chiaro e risponde ad esigenze interne di controllo, e di contrasto, alle comunità non ufficiali che imperversano dentro il più grande social network del mondo. Il fenomeno delle “unofficial pages” e dei “fake” in genere, richiede un enorme sforzo da parte dei gestori di Facebook, nel monitoraggio e nell’eventuale rimozione, specialmente quando a richiederla sono le organizzazioni e i brand danneggiati.
Con le “community pages”, Facebook vuol stimolare le vere comunità sociali, quelle con scopi chiari ed etici: “Generate support for your favorite cause or topic by creating a Community Page. If it become very popular (attracting thousands of fans), it will be adopted and maintained by the Facebook community.”
Non è chiaro, invece, cosa succederà in futuro e in che forma si manifesterà questo sostegno da parte di Facebook. Alcuni immaginano un clone di NING dentro Facebook per le comunità sociali. Staremo a vedere.
Intanto ho creato la social page di InnovatoriPA, per capirne meglio i meccanismi e gli sviluppi futuri.