Ohh Lady, Lady Lady Oscar le gran dame a corte (e non solo loro) ti invidiano perchè?
Le donne di qua, le donne di là, il rispetto la parità e bla bla bla
Premetto che:
– Lady Oscar, che m’accompagna da sempre in rete, non sta qui per combattere o sfidare gli uomini. (Checchè se ne dica). Nè a mettere il focus sulle differenze di genere, sul femminismo, su cose così. Mio padre voleva un maschietto, ma ahimè son nata io. Tutto qui.
– A capo della guardia della Regina ci può stare tranquillamente anche Oscar, e farlo bene, allo stesso modo di un uomo.
Non c’è nulla da combattere. Semplicemente è normale essere uomini, essere donne, relazionarsi, confrontarsi alla pari. Me l’hanno quasi sempre fatto fare nella vita. Eppure provengo da una società patriarcale e maschilista come quella calabrese. Eppure.
[EDIT: aggiungo per meglio specificare la definizione di violenza, vocabolo qui utilizzato per intendere: “un’azione molto intensa che reca danno grave a una o più persone e compiuta da una o più persone che operano sinergicamente…La violenza, quindi, non necessariamente implica un danno fisico.” (wikipedia)]
Qualcosa che può essere impercettibile, ma che sempre “violenza” rimane, in questa accezione. Subdola, ma radicata. Lo nota l’occhio della donna, se ha allenato il suo occhio a notarlo. E lo nota l’uomo sensibile in alcuni comportamenti consolidati dei suoi simili. Lo nota chi vive le differenze di genere come arricchimento reciproco, in qualunque contesto e non come sfida a detenere la superiorità.
Chi percepisce di NON essere più l’essere superiore perchè l’essere superiore NON ESISTE, reagisce con violenza. Non ha altri modi.
Una violenza spesso subdola contro la donna, perchè donna, anche in contesti che non t’aspetti, in contesti neutrali come la parte abitata della rete, di quella rete abitata indistintamente da uomini e donne che si relazionano fra loro.
“Conversano”. Dicono i guru del web.
E c’è disparità di comportamento in una stessa situazione, a seconda che l’antagonista sia uomo o donna. Da parte di un uomo. Basta osservare, basta leggere. Tra le righe e non.
E c’è mobbing sottile, stalking impercettibile, in situazioni dove non dovrebbero. Dove a ben guardare non ci sono nè botte nè sangue, solo parole o magari immagini. Punti di vista, condivisioni, cazzeggio.
Parole o immagini condivise in contesti sociali in cui si interagisce, in cui si è tutti uguali, parole scritte con la volontà precisa di essere condivise. Altrimenti non le scriveremmo in rete, ma nel caro vecchio diario segreto.
Parole scritte in rete, su un socialcoso pubblico, con la volontà precisa di essere condivise. Di riderci su o di dimostrare l’essere SUPERIORE. Di dire qualcosa a qualcuno. Di dimostrare. Di dimostrare. Di dimostrare che cosa? La propria piccolezza?
Parole che, se scritte in rete, restano.
Anche se le cancelli e dopo ti giustifichi con un “Non volevo”, si scherzava fra noi.
No, non si scherzava. La tua libertà finisce dove inizia la mia. Non puoi permetterti di dire si scherzava quando in rete ti scagli pubblicamente contro qualcuno, donna, che non conosci nemmeno, scrivendo: “C’è una stronza che non capisce un cazzo“. Condendo il tutto con altre amenità che non ripeto nemmeno.
Perchè contro un uomo, non lo fai. In situazione analoga, identico argomento, consesso però di uomini, la reazione non è la stessa. Anzi, la reazione proprio non c’è. Identico argomento, attacco anche nominativo e personale, consesso di soli uomini. Una donna s’è presa della “Stronza” e della “signora della feccia più lercia”, un uomo non s’è preso nulla. Non metto link, non metto screenshot, generalizzo. Tutto sarebbe tracciato e ricostruibile. E’ successo a me e ne parlo.
A ben leggere succede a tante, in rete. Solo perchè donne, gli uomini si sentono autorizzati a comunicare da “esseri superiori”. A dimostrare che, nonostante la parità di condizioni, su un social network come tra i commenti di un blog, loro sono uomini. E tu, donna, come ti permetti?
E tu donna, che non hai nemmeno una volta mostrato le tette, che dici di capire di “cose di internet”, che appari in TV o sui giornali, che hai tanti lettori e non si capisce perchè, si, tu, donna, come ti permetti? Da dove sei uscita? Cosa vuoi da noi?
E tu donna, si vabbè, il rispetto reciproco, la libertà di espressione (ovviamente nei limiti del buon gusto, della decenza e della moralità della libertà altrui) ma se posti una tua foto a corredo di quello che dici, noi ti si guarda e commenta le tette, non importa quello che volevi dire. Io vi posterei link e screenshot di conversazioni su Friendfeed in cui la conversazione diventa un attacco vero e proprio (in stile “censura”, “mobbing”), anche piuttosto aggressivo, volgare e di cattivo gusto, ad opera di alcuni.
Come se Friendfeed fosse il loro spazio privato, loro e del loro piccolo gruppetto, autorizzato a dire o fare qualunque cosa (“ti dicono cosa scrivere e cosa no, ti dicono di non pubblicare alcune immagini, ti dicono in quale gruppo devi postare ecc.”) . Gente che se non sottostai al loro modo di usare i social network, che è sicuramente più giusto del tuo (tu, donna, come ti permetti?) o non manifesti adorazione nei loro confronti ti attaccano, con dei contro-post che sono delle vere e proprie manganellate.
Poi magari cancellano, ritrattano, si scusano, ironizzano.
Però prima portano l’attacco nel loro post, nel loro spazio. Interrompono la conversazione, ne cominciano un’altra dove possono avere tutto l’apporto della claque. E il controllo. Anche delle parole altrui, se non convengono.
L’azione è di chi la fa. Non di chi la riceve.
(foto di Walter P.)
Troppo facile, protetto da uno schermo. Mio carissimo piccolo uomo.
Venitecelo a dire in faccia quello che pensate di noi, guardandoci negli occhi. Adducendo motivazioni adeguate.
Venitecelo a dire in faccia, senza la claque a sostegno nei commenti al TUO blog o al TUO thread, senza tastiera, ma a parole vostre.
Spiegate a me, a tutti, uomini e donne all’ascolto, che il fastidio principale è perchè son donna.
E io, donna, come mi permetto?
C’è chi, nei miei confronti, s’è preso anche la briga e il tempo di spiegare ai suoi lettori che “Ebbene, (sul blog “tecnico” di catepol nda) non ci ho trovato dentro nulla di veramente tecnico, almeno in senso stretto. Sembra che ne sappia di insegnamento ed e-learning, ma non di robe per geek e nerd…” e ci sono i suoi lettori che si son presi la briga di tirar fuori il mio profilo psicologico per dimostrare che, tu, donna, come ti permetti a star su internet? Tutti senza aver mai letto qualcosa di mio (e dicendolo apertamente). Tutti uomini. Colpiti nell’orgoglio a causa di una apparizione sui giornali. Tutti a scrivere “contro” secondo clichè di genere “IO ESSERE SUPERIORE TU CHI CAZZO SEI?”
Che dirvi? Se siete contenti con così poco?
Sappi solo, piccolo uomo, che se sei violento contro di me o contro un’altra donna con me hai chiuso. IGNORE. HIDE. No, block no. Se ignoro, dimentico. Se blocco, odio. E l’odio è un sentimento, è violenza. E io violenta non sono. E di provar qualcosa per te, piccolo uomo che mi leggi in rete, e rosichi, e ti scagli contro, sinceramente non ne ho nè tempo nè voglia.
Ciao, non sono uso seguire i blog, ma trovo che questa sia un'ottima analisi riguardante la radice culturale della violenza psicologica sulle donne, che è il contesto dal quale scaturisce poi la violenza fisica. Vorrei aggiungere che la situazione in questo Paese, forse anche a causa di esempi che arrivano dai gradini più alti della scala sociale (spesso raggiunti con arrampicate senza scrupoli), è giunto ad un livello così scadente che di tali pratiche di vessazione psicologica fanno spesso uso le stesse donne le quali, volendo compiacere i maschi che le attorniano, sdoganano i comportamenti che hai descritto. Grazie per il contributo alla civiltà, complimenti.
Io vi ringrazio dei commenti. Contrastanti. Ma questo è il bello. Focalizzati su un unico presunto riferimento (e faccio riferimento ad almeno tre episodi diversi, che non riguardano solo me). Non rappresento il pensiero delle donne, rappresento il mio. Una percezione che io ho (forse sbagliata, forse esagerata). Leggeteci acredine, leggeteci quello che volete. Ho pensato a lungo prima di scrivere il post.
Non centra nulla con la giornata contro la violenza sulle donne? Non lo so.
Il mobbing è così sottile a volte che forse neanche noi ce ne accorgiamo…
Non mi ergo a paladina di nessuno/a.
Ho generalizzato una situazione che si ripete. Solo che in rete le parole restano.
Miiiiiiiiiiiiii, che hai mangiato oggi?
Come maschio posso continuare a commentarti? Io ti leggo sempre, ma non perchè sei "tecnica" 🙂
Invece a me non piace per niente il tuo comportamento e il tuo modo di fare. Ritengo che tu sia un pessimo esempio delle donne in rete e delle donne che si impegnano in generale. Che tu sia donna è secondario, se tu fossi uomo avrei una pessima opinione di te comunque.
Luca Sartori: a prescindere da quello che pensi di catepol (e che è evidente visto il post pesantemente offensivo nei suoi confronti che hai scritto in un recente passato) ti sfugge l'oggetto che è fulcro del messaggio di catepol. Ovvero che, nel caso di una donna, tu ti senti autorizzato ad esprimere la tua opinione senza pudore né cautela né educazione. Se al posto di catepol ci fosse stato un uomo, magari avresti avuto la stessa opinione, ma non l'avresti espressa, sicuramente nel modo in cui l'hai fatto. Il tuo non comprendere è una sorta di testimonianza ricorsiva che quanto ha scritto catepol è la realtà. Senza rancore eh, è il tipo di cultura pseudomachista che aleggia per questo Paese che spinge molti uomini (e anche alcune donne) a comportarsi in questo modo. Prendila come un'occasione per porti delle domande e crescere.
Secondo il mio infimo parere la polemica, o meglio, l'attacco che ti ha visto oggetto delle attenzioni di molti mestieranti del settore, c'è entrato poco col fatto che sei femmina. L'attacco (perché di questo si è trattato) era (ed è) dettato dal fatto che non sei una "mestierante del settore" e quindi il fatto che i riflettori siano stati puntati su di te e non sui mestieranti, ha generato il rosicamento generale.
Poi, ti dò un consiglio: quando vieni attaccata unilateralmente, non dovresti nemmeno prenderti la briga di stare lì a rispondere nel merito, perché le accuse sono solo pretestuose e cercano solo di trasformare l'attacco in polemica.
Vincio
Catepol, la gente non ce l'ha con te perché sei donna, ma perché sei capace di banalizzare qualunque argomento.
O forse che gli attacchi nascano dal fatto che non c'è particolare qualità all'interno dei contenuti del Blog? del fatto che in linea di massima questo blog è uguale a migliaia (o milioni) di altri?
Per capirci, il concetto di autorità e fiducia sono la base di quella che si chiama "popolarità" all'interno dei nuovi media. Catepol al contrario è diventata "popolare" senza aver avuto modo di guadagnarsi in alcun modo la propria posizione (almeno gli occhi di una gran fetta della comunità).
Ad essere sincero questo post, che non ho letto per intero, non fa che confermare (almeno ai miei occhi) il giudizio di molti. Diciamo che quello che c'è scritto fa quasi sorridere chiunque dotato di raziocinio.
A mio avviso se esiste discriminazione uomo-donna essa nasce proprio da donne come te che per prime (non so bene per quale motivo) si autodiscriminano, non so come si faccia a dire che tutti gli attacchi vengono da "omuncoli invidiosi". Sono preoccupato da affermazioni simili che già difficilmente potrei accettare da una bambina di 10 anni e che mai mi aspetterei da una donna, perdipiù con una olida(?) cultura alle spalle.
Quindi smettiamola, ascolta quello che ti viene detto finchè questo rimane nei limiti dell'educazione e fanne tesoro, cerca di migliorare e di guadagnarti il rispetto (che è tutt'altro che dovuto) della comunità. Se le osservazioni nei tuoi confronti "superano il limite" allora vano ignorate con serenità;
Finchè non capirai questo Luca continuerà ad aver ragione.
catepol a me non sembra un post contro la violenza sulle donne questo ma una strumentalizzazione per travasare un po' di bile, non mi sembra proprio il caso
a) che c'azzecca sartoni? Perchè lo mettete( si mette) in mezzo? Spiegatelo ai lettori. Non vi seguono.
b) Ovviamente benvenute le critiche. Il mio pensiero è mio e non delle donne in generale. E' un mio punto di vista che non offende nessuno
c) nessuno vi obbliga a leggere per forza questi mediocri contenuti del mio blog
"a) che c'azzecca sartoni? Perchè lo mettete( si mette) in mezzo? Spiegatelo ai lettori. Non vi seguono."
C'è un suo commento due righe sopra.
"b) Ovviamente benvenute le critiche. Il mio pensiero è mio e non delle donne in generale. E' un mio punto di vista che non offende nessuno"
E invece il tono è Rabbioso e Ostile, quindi offensivo.
"c) nessuno vi obbliga a leggere per forza questi mediocri contenuti del mio blog"
Questo ultimo punto si commenta da solo, ottime capacità comunicative e solide argomentazioni direi. Comunque stai serena: il tuo blog non è nella mia lista dei preferiti.
Per essere un post "contro la violenza sulle donne" esprime una dose di violenza e rancore ragguardevole, senza dubbio. Oltre ad aver preso, piegato e strumentalizzato a tuo uso e consumo una circostanza che NULLA ha a che vedere con la violenza contro le donne. Brava, complimenti… hai proprio centrato il punto. Ovviamente UN ALTRO punto, non quello che ti eri prefissata di perseguire.
Caterì, io non sono un 'regular follower' di chicchessia o di qualsivoglia argomento. Quindi c'ho messo un po' a trovare il bandolo della matassa che, per me, è questo articolo.
Concordo "bastevolmente" con @Vincio, non credo che sia una questione di violenza sulle donne, sebbene per molti questa mentalità – noi calafricani la conosciamo bene – arrivi fino al Reno senza significative soluzioni di continuità.
C'è chi esalta la propria imbecillità con questa modalità ('zitta tu donna' o meglio 'zoccola tu donna') e c'è chi lo fa con altre modalità. L'importante, per questi, è che non si oppongano argomenti ma slogan, giudizi e pregiudizi. Direi che @Vincio in questo ha ragione … meglio non discutere con un cretino. Gli altri potrebbero non accorgersi delia differenza. (Arthur Bloch)
Lo posto anche qui, oltre che su FF:
Credo proprio che le differenze di genere non c'entrino nulla, e la violenza men che meno. Dobbiamo tenere conto di quanto ci esponiamo, e del fatto che più ci esponiamo più aumenta il livello di possibile conflitto, e dobbiamo tenere conto che lo abbiamo scelto noi, di esporci. Tu lo fai sul web, io magari in politica, e se mi attaccano non mi viene in mente che lo facciano perchè sono donna (né tantomeno tirerei fuori una questione di violenza, santocielo), ma perchè ho scelto di espormi e magari sono più o meno brava e di certo la penso diversamente da altri.
Avrei trovato più onesto scrivere che c'è stato uno scazzo con Sartoni (il riferimento mi pare chiaro, anche se non ricordo nemmeno il tema del dibattito, nè mi interessa), descrivere il motivo e spiegare il tuo punto di vista.
Le vostre discussioni sono una questione di punti di vista differenti, la violenza sulle donne è una cosa seria e non la tirerei in ballo per queste quisquilie.
Interessante la logica del branco, sono arrivati/e molti del gruppetto sartoni a dar manforte al sartoni stesso (che non ne ha bisogno) ne manca ancora qualcuno per fare filotto 🙂
… ed ovviamente non potevi mancare anche tu. Stesso "branco"? 😀
tu non rientri nel branco sartoni, tu hai il tuo branco, non comprendo perchè tu ti senta tirato in ballo.
P.S. Catepol può confermarti che non faccio prte del suo eventuale branco visto che discutiamo spesso e non siamo sempre in accordo.
Ma infatti io non mi sono sentito tirato in ballo 🙂
Notavo solo l'analogia del concetto di "branco": dove c'è Catepol non mancate mai tu e Vincio… 🙂
fai una ricerca sul blog di catepol o sui suoi 3d e poi fammi la statistica.
La capacità di affibbiare etichette è inversamente proporzionale a quella di analizzare i post altrui 😉
ossequi
@catepol.
Il mio tentativo maldestro di sintesi, mi rendo conto ora, ha prodotto sicuramente un qualcosa di non voluto.
Ho detto "Non credo che sia una questione di violenza sulle donne", ma questo non vuol dire che non la si usi in situazioni come magari quelle cui ti riferisci tu (che non conosco … ma poi ne conosco altre!).
Provo a spiegarmi: non credo che lo start lo dia la mentalità di rivolgersi sempre e comunque a una donna con un fondo di violenza, ma all'occorrenza può sempre venir fuori.
Non so se mi sono capito 🙂
Io avrei scritto nel post anche un
"Premetto che:
– Lady Oscar, che m’accompagna da sempre in rete, non sta qui per combattere o sfidare gli uomini. (Checchè ne dica il titolone del Corriere). Nè a mettere il focus sulle differenze di genere, sul femminismo, su cose così. Mio padre voleva un maschietto, ma ahimè son nata io. Tutto qui.
– A capo della guardia della Regina ci può stare tranquillamente anche Oscar, e farlo bene, allo stesso modo di un uomo."
Avrei scritto.
Wolly, guarda anche questo è un bel motivetto che ritorna: io sono arrivata qui perchè ho letto su FF il post di Paolina, non so quale sia il gruppetto di Sartoni a cui ti riferisci, ma mi chiamo fuori, dato che gli do addosso ad ogni occasione. Ha tanti difetti, ma sono certa che sia possibile affrontarlo direttamente senza chiamare in causa questioni così serie. Tutto qui.
Elena tu fai parte del branco sartoni.
Sul fatto che poi che con il sartoni ci si discuta sempre è un altro discorso, lo faccio anche io.
Fammi capire, chi è che fa i branchi (tu?) e per quale motivo dovrei far parte del branco di Sartoni? è una questione territoriale? La provincia di Ravenna fa branco? O sto prendendo parte ad un gioco di ruolo di cui non ho consapevolezza? mah. Comunque non svio oltre il tema, anche perchè questa è una direzione inutile e anche un po' ridicola.
ma magari a parlare di Sartoni andate da un'altra parte…visto che non è correlato al post (siete voi che lo state correlando, anzi si è correlato da solo). Non è correlato neanche a me. Dopotutto.
Catepol: stalking? Mobbing? Violenza sulle donne? Oh tesoro, se quello che ti ha detto Sartoni ti ferisce così tanto, dovresti forse rivedere qualche cosa.
Non c'entra il tuo genere, donna o uomo non fa differenza, sei come il prezzemolo e anche se molti ti prendono bonariamente in giro per questo, resta il fatto che tu di innovazione non hai portato alcunchè. Scrivi e sostieni tesi già scritte e presentate da altri, con la sola differenza che lo fai DI CONTINUO E DAPPERTUTTO.
A me non dai alcun fastidio, sia ben inteso, non leggo il tuo blog e non ti seguo su FF, quindi, dico sul serio, non ti conosco e di conseguenza non posso avere alcuna opinione su di te.
Ma questo post da fastidio, veramente fastidio, e non per difendere Sartoni, che credo abbia esagerato con i termini che ha usato, ma perchè tu, davvero, a volte fai sembrare le donne delle povere sceme continuamente attaccate "dai maschi" e incapaci di difendersi senza tirare in ballo la questione "parità dei sessi".
Siamo alla fine del 2009, l'argomento è ampiamente superato e risolto (e te lo dice una che lavora nell'IT da 8 anni e non ho trovato tutte queste problematiche di discriminazione che elenchi. Certo, rare volte è successo, ma è stato dettato dalla stupidità degli esseri umani, non dal maschilismo degli uomini).
E poi, fattelo dire, sai quanti uomini, molto competenti nel loro settore ma comunque maltrattati, esistono? MIGLIAIA. Magari perchè poco carismatici, poco estroversi, un po' timidi, ma fottutamente più competenti di altri che si fanno strada a spallate e poi "googlano" i problemi perchè non conoscono la materia.
Sarà come il prezzemolo, ma io prima di oggi non conoscevo l'esistenza di catepol. Il tuo messaggio però sembra il contraltare di quello di Sartoni: se Luca rivelava una mancanza di comprensione del meccanismo che porta gli uomini a sentirsi autorizzati a mettere alla gogna le donne, il tuo è la testimonianza di quanto ho scritto io nel primo commento, ovvero che alcune donne imitano questa deviazione comportamentale degli uomini unendosi a loro nella sottile (ma neanche tanto) attività vessatoria nei confronti di altre donne. La tua mancanza di sopportazione per la presenza da te definita come troppo esuberante è espressa in maniera troppo stizzita per non sembrare frutto di tale sottocultura. Non leggi il suo blog e neanche i suoi post sui Social Network, ma sei subito corsa qui a criticarne il contenuto. Contraddicendoti nel giro di due frasi: "A me non dai alcun fastidio" – "Ma questo post da fastidio". Un vecchio detto, famoso da chi lavora nel mondo IT e nello specifico nella Rete da ben più di 8 anni, suggerisce di "siedersi sulle mani prima di rispondere" quando si è sotto l'effetto di un pur leggero livore.
Sui contenuti degli altri interventi di catepol non mi pronuncio, anche perché l'oggetto è questo specifico contenuto: non mi interessa se catepol sia superata o meno. Mi interessa invece la dinamica vessatoria nei confronti delle donne degna della migliore letteratura ottocentesca.
Mi sembra che questo intervento chiuda il cerchio. Ma forse qualcunaltro potrà pubblicare ulteriori interventi a conferma della tesi. Direi che catepol può gongolare vedendo i testimonial di questo tipo di cultura portare volontarie testimonianze direttamente sul suo blog. Quasi perfetto.
Catepo, in quanto Caterina Policaro non mi da fastidio, questo post (impersonale, o vogliamo dare a della parole scritte anche un'anima) invece si.
Cosa c'è di non chiaro o di contraddittorio? Come ho già detto, io non conosco e non leggo Catepol, se ne evince che non posso criticare la sua persona ma solo la sua attività in rete (cosa che ho fatto).
Non ci vedo nessuna dimostrazione nel mio intervento, e neanche alcun livore, sono arrivata a questo post grazie ad un link postato da altri su feed che leggo. Anche questo era difficile da dedurre? Sai, siamo su internet, le persone scrivono, riportano, pubblicizzano.
"siamo abituati che gli uomini disprezzino ciò che non capiscono…" lo diceva goethe, quel che appare chiaro è che disprezzare anche nella rete diviene assai più facile che capire. vale nel tema del tuo post e ancor di più nell' "affaire sartoni" dove il solo fatto che ha cancellato il post dove ti attaccava a gamba tesa dovrebbe essere sufficiente a consigliare una cosa: denuncialo o lascia perdere, erasalo dalla tua vita.
oppure pubblica lo screenshot dell'attacco che chi di tastiera ferisce di tastiera perisce…
Checchè Checché
Nè né
Perchè perché
Clichè Cliché
Rimango leggermente basita. Ai miei tempi, sul proprio blog, ognuno scriveva quel che gli pareva… ai miei tempi, se mi piaceva commentavo, se no lasciavo stare il mondo, senza alzare polvere altrove. Non sono un mostro di buone maniere, però, penso ci sia una debacle mostruosa da parte di tutti. Non c'è scritto da nessuna parte che, per un post intimista sulla giornata contro la violenza uno/a non possa dire la sua. Anche questa è violenza. Tappare la bocca a chi la pensa diversamente, troncando la libertà di espressione. Catepol la vede in un modo… dov'è il problema? In vero, ho l'impressione qui si sprechino esercizi di contro-stile per misurarselo a chi ce l'ha più grosso. E' un atteggiamento celolunghistico che non mi piace, neanche un pochino. Per cui, in questo commento, non dirò da che parte sto. Io vivo la mia idea del 25 a modo mio. Pur rimanendo una grande amica di Caterina, che reputo sempre e comunque una grandissima persona, prima che grandissima donna. Abientot.
Io leggo e non sono basita. Leggo e basta. Parole, azioni e persone entrano in correlazione non con l'argomento ma con una delle citazioni del post. Una delle. Libertà di espressione. Godiamocela fin chè c'è. Non è nè uomo nè donna la libertà di espressione.
Io un suggerimento però lo darei a tutti, sia a catepol – anche se ci conosciamo poco – sia a molti (non tutti) i commentatori.
Proviamo a trasformare problemi di questo genere in critiche costruttive?
Per quello che vedo credo che un po' di torto e un po' di ragione possano prendersela un po' tutti, qui – no, non dirò cosa, non mi interessa, non è questo il punto – e credo che con le critiche e le risposte giuste tutti avrebbero avuto qualcosa di cui riflettere, anche se non ho cognizione di quale sia la causa scatenante nel dettaglio.
Credo che se qualcuno abbia qualcosa da dire a catepol possa dirglielo, se fatto in modo cortese.
Voglio dire, è capitato anche a me, le ho scritto una mail, mi ha risposto molto cordialmente, lei ha avuto una informazione utile su cui riflettere e io ho avuto una risposta cortese su quale fosse il problema dal suo punto di vista. Vale per lei come vale per tutti.
E non escludo che possano essere anche discussioni pubbliche, perché no. Personalmente accetto le critiche se sono fatte in modo cortese ed educato.
Poi, è chiaro, è difficile rompere delle dinamiche a spirale discendente. Però credo che per quanto sia difficile – molto difficile – uno sforzo possiamo provare a farlo tutti.
Scusate anche per questo intervento forse un po' bacchettone e un po' eccessivo… e a volte sono un po' troppo utopista, lo so. 🙂
[la vedo come folletto]
credo di sapere di cosa parla caterina, di cosa nella sostanza.
parlandone in termini tecnici, è proprio come mobbing che ho dovuto registrare, più volte nelle ultime settimane, il comportamento che le ho visto agito contro. poi il sessismo non è il punto, per carità, piena ragione a chi sopra/altrove sottolineava questo aspetto. ma quel mobbing è stato ed è, spesso, sfacciato a un punto tale che — avviso mio — ci vuole, a fronte, una buona dose di "dis-umanità" per non comprendere il disagio che arrecherebbe a *qualsiasi* persona ne fosse oggetto, con tutte le conseguenze del caso.
ora: con semplicità e con molta schiettezza, io non augurerei a me per prima e proprio a nessuno qua o dovunque la sottoposizione ai modi e ai toni cui "catepol" come "catepol" è sottoposta e sottoposta spesso. è tristina.
e niente, la mia comprensione del malessere, sincera.
quindi il consiglio, spassionato caterina, di provare a filtrare (con gratitudine: sciala) le ragioni di ognuna e di tutte le critiche, al netto del veleno: ti parlo di provare a farlo *davvero*, e di cambiare non "per" quelle ma "con" quelle, per coltivare quella misura e quell'intelligenza che …più le pratichi, più sì che hai vero margine nel riferire quanto manchino dal pensiero e dall'azione altrui.
io non la seguo molto, vivaddio possiamo non seguire per nulla chi
l'ultimo rigo è un refuso, sfuggito all'operazione di tagliataglia del mio lunghissimo commento. 🙂 scusatemi.
Ciao Catepol,
io sono una di quelle che segue il tuo blog, ma non commenta perché la maggior parte delle volte non condivido i tuoi pensieri e il modo in cui li esponi. Quindi seguo la sacrosanta regola che ognuno a casa sua può dire quello che vuole e come vuole, senza doversi ritrovare a difendere le sue idee pure nel proprio territorio. 😉
Su questo post ci piazzo il mio commento perché lo condivido.
Quando è iniziata la storia scatenata dal Tagliaerbe, io ho appoggiato il suo pensiero, ma quando ho visto la mandria di pecore che invece di parlare dell'operato parlavano dell'operante, mi sono sentita profondamente delusa per come si stava svolgendo la discussione.
Io sono una di quegli operai del web che quando scrivono vengono ascoltati da numero due persone, perché si occupano di argomenti ritenuti secondari quando si parla di web: il sito web stesso.
In un tempo in cui prima si fa seo e marketing e poi viene il sito materiale, non poteva essere altrimenti. Se poi ad occuparsi della cosa è una donna, che te lo dico a fa?
Così, da qualche tempo non mi nego il piacere di prendere per il culo questo mondo di espertoni della comunicazione, che si sentono markettari solo perché leggono un paio di libri di Seth Godin, solo perché hanno letto l'ultimo post della blogstar considerata il principe della comunicazione online, e tante altre stronzate che basta applicarsi seriamente alla psicologia e aprire occhi e mente al mondo reale, senza pregiudizi e filtri, per potersi sentire un minimo capaci di comunicare efficacemente. E il bello è che quando tu MOSTRI di avere questa capacità d'osservazione, e ti vai a cercare i luoghi più adatti per osservare, loro ti commentano dicendo robe tipo "io non faccio la fila alla posta, pago tutto online". E lì mostrano quanto poco sanno gestire le opportunità che hanno per imparare a conoscere le persone, persone che loro continuano ostinatamente a chiamare sempre e solo clienti.
L'errore è ritenere la rete qualcosa di diverso dalla realtà. Ci siamo caduti tutti nell'illusione che qui ognuno aveva il suo spazio. Non è vero. La rete è fatta dagli stessi uomini e dalle stesse donne che offline ti tamponano con l'auto e cercano di dare la colpa a te.
Se là fuori la donna è considerata ancora meno dell'uomo, tanto da ritrovarsi con meno soldi nello stipendio rispetto all'uomo, anche qui sarà così. E' così.
Ma la colpa è da imputare anche alle donne che preferiscono accettare piuttosto che non avere niente. Moltissime sono così. Online come offline. Chi ci rimette sono quelle che dedicano al proprio lavoro anima e corpo e non lo vedono come un sacrificio, ma come un crescere, come un piacere. Questo è il mio lavoro e mi piace, non sacrifico il mio uomo per questo semplicemente perché per me non è un sacrificio. Altre, molte, troppe non hanno abbastanza stima di sé da ritenere che sia sempre e solo più importante seguire la via della donna di ieri piuttosto che seguire il metodo della donna di oggi che, per la prima volta, mette il lavoro davanti a tutto, come fanno ormai da secoli gli uomini. Così facendo, sottostando alla legge che la donna deve dare meno, fanno sì che l'uomo si vada a prendere quello spazio lasciato dalle donne, e quando un uomo prende quello spazio lo fa suo, non te lo ridà.
Io non condivido il tuo approccio al web e alla comunicazione, ma per me non potrai mai essere una stronza, semplicemente perché non amo definire le persone, tantomento quelle che non conosco. Per me una persona non è quello che fa.
Un saluto, Pika 😉
So che non vale niente perché io non sono una fonte autorevole nel mondo del web, ma questo è quanto. 😉