Internet nella didattica non può essere solo “Google, wikipedia, cut & paste. Print”
Foto scattata da me questa mattina.
Non siamo al corso di Letteratura Italiana di una Facoltà di Lettere. Non siamo neanche in un liceo. Io stessa stento a recuperare un paio di nomi da un qualche angolo della memoria a lungo termine. Eppure ho fatto un liceo, presentato Italiano agli esami di Maturità vecchio stile, dato due esami di Letteratura italiana con 30 nonostante studiassi Lingue.
Questa la lavagna stamattina. Un elenco di 40, e sottolineo 40, autori più o meno conosciuti della Letteratura Italiana tra ‘300 e ‘400. E la consegna: “Per casa sceglietene 4 o 5 a testa e fate una ricerca su internet, vita e opere”.
Il collega è impazzito? Oppure ha bevuto? E’ l’ultimo dei professionali quello in cui ci troviamo, questi è già tanto che riconoscano in mezzo all’elenco Dante, per sentito dire, forse Petrarca, magari Boccaccio se son stati fatti i riferimenti ai racconti giusti, quelli un po’ piccanti.
40 autori. Tutti insieme. Boccheggiavano nel copiare l’elenco sul quaderno. Annaspavano, roteavano gli occhi. “Ma tutti questi, professore???”
Mi dice il collega: “Lo faccio perchè DEVONO almeno una volta nella vita sentir parlare di tutti, sapere che sono esistiti, cosa hanno scritto. Lo faccio per la cultura!”
Tutti i torti non ha, è un metodo strano, ma è un metodo. Non è mio compito giudicare la didattica del collega, mi faccio un po’ i fatti miei. Conosco il contesto, il collega, il contorno. Non funzionerà.
Information overload. Un elenco così lungo anche un adulto non lo ricorda, per sentito dire.
Ora, però, una considerazione la voglio fare.
Nell’era di internet, ognuno dei ragazzi è in grado di affrontare questo compito. Ci vogliono neanche 10 minuti a tirar giù vite e opere di 4 o 5 autori da Wikipedia. E i ragazzi lo sanno. E’ quello che ha chiesto il prof. Ci fosse un secchione tra loro, consiglierei di perderci un quarto d’ora in più e tirare giù le schede di tutti e 40 gli autori scritti alla lavagna. Non costa nulla, cut & paste. Fatto uno, fatti 4 o 5, fatti tutti. Cut & paste. Senza leggere. Senza capire.
Io lo avrei fatto da alunna, io lo facevo. Son punti “La ragazza è volenterosa” guadagnati che fanno molta bella impressione e a fine anno si traducono in voti positivi.
Nell’era di internet il task assegnato (le ricerche) sarà portato in classe da tutti. Ma internet che valore aggiunto ha dato alla didattica? Quanto ha contribuito ad accrescere la cultura degli alunni in questione?
Poco. Nulla. Avranno risparmiato solo il tempo e la fatica di trovare sull’enciclopedia e copiare sul quaderno. Le dita faranno meno male.
Google, wikipedia, cut & paste. Print. Son tre click ad autore.
Nell’era di internet non puoi fermarti alla ricerchina da wikipedia. Eppure il collega questo farà. Al compitino stampato e presentato corrisponderà un voto, positivo, posso scommetterci. Quanto son bravi i ragazzi di oggi col computer. Sanno trovare le informazioni. Il miracolo di internet, insomma.
Quanti di loro impareranno almeno uno degli autori prescelti? Sapranno dire non solo quando è nato e quando è morto, leggendo di straforo l’A4 stampato? Avranno voglia di leggere una delle opere? Si appassioneranno?
Nell’era di internet, tutto è facile, tutto si trova. Nell’era di internet gli studenti si son fatti furbi.
Nell’era di internet, il collega purtroppo, pensando di stare al passo coi tempi, innovare la didattica, usare le tecnologie in classe per motivare gli alunni, sarà soddisfatto del prodotto ottenuto.
Peccato che il solo ” Google, wikipedia, cut & paste. Print. ” non avrà attivato alcun processo, nè voglia di saperne qualcosa in più.
Peccato solo che per far scrivere alla lavagna e copiare l’elenco dei 40 autori si siano sprecati 20 e passa minuti di aula, di lezione frontale, in cui non s’è dato nulla agli studenti, se non la tranquillità che “Sta finendo l’ora, per oggi è fatta!”
Epilogo: ad un certo punto la profe @catepol tirò fuori dalla borsa il suo iphone e scattò la foto alla lavagna. “Prof. ma fate le foto in classe???” (ok, confesso, anche un paio di “Prof. che figata, avete l’iphone!”). La mia alunna non aveva finito di copiare l’elenco, alla collega dell’ora successiva serviva la lavagna.“Così posso dettarglielo e la collega può cancellare!” la mia risposta. “L’alternativa è che io perda 10 minuti a mia volta a copiarli a mano, e sinceramente, vorrei lavorare!”
“Prof. siete un genio! Potevate dirlo prima anche a noi, così non perdevamo tutto questo tempo a copiare e magari facevamo lezione”
Eh già, le tecnologie nella didattica sono un mezzo, un supporto al processo di insegnamento/apprendimento. Non un fine. Ma ve lo spiego la prossima volta.
Suggerisco però di leggere in merito i post di Gianni Marconato: “Le tecnologie non servono” … “a meno che…”
PS il n. O dell’elenco è il mio collega, che neanche s’è accorto della presa per i fondelli. No, per dire.
Il tuo collega ha una gran memoria oppure anche lui se la cava bene con il copia e incolla. Già che c'era, poteva dare il buon esempio riportando qualche tratto caratteristico degli autori.
Obbligare i ragazzi può andare anche bene; ma non sarebbe il caso di farlo su qualcosa di un po' più concreto, che riesca ad attirare l'attenzione di almeno 1 di loro su 20? Altrimenti, i magnifici 40 sprofonderanno nel dimenticatoio a velocità supersonica e per il resto della loro vita.
azz.. io conosco appena 3 o 4 di questi…
Non condivido il prendere 3 o 4 qutori "a muzzo"… spero almeno che oltre a verificare che la ricerca sia stata fatta, il prof faccia una verifica orale. altrimenti il "Google, wikipedia, cut & paste. Print" l'avrà fatta franca
PS: il sig. al numero 0 è uno di quei prof cojonati dagli alunni?
Come dovrebbe essere questa didattica innovativa usando altre cose oltre google wikipedia e copia e incolla? Questo è la domanda a cui ancora non riesco a trovare una risposta sensata…
Con una figlia di quasi 15 anni sono sensibile al tema…
@maxilprof. Aiutare i ragazzi a usare bene la Rete e le nuove tecnologie, in cui sono fisiologicamente immersi, non è differibile. Lasciarli da soli, senza accompagnarli, significa arrendersi al copia e incolla. Quanti di noi, a scuola o a casa, dicono loro che esistono Google, Wikipedia ma anche la Treccani on line, per esempio, e che non tutte le fonti sono attendibili?
Esempi di contenuti e materiali didattici in Rete ce ne sono, ma certo non tutti gli educatori hanno tempo e voglia di tirar su presentazioni multimediali, animazioni o mappe concettuali.
Quello che forse ancora manca è l'organizzazione di questi contenuti in percorsi efficaci, misurati come tali.
Credo che impostare una ricerca in questo modo, oltre a far perdere del tempo in classe per scrivere a mano e far annotare, sia "inutile" anche in prospettiva futura per la crescità dei ragazzi. La ricerca in se dev'essere interessante prima di tutto per lo studente, che se si interesserà spontaneamente anche solo ad uno dei 40 personaggi sarà una grande vittoria, proprio perchè con le nuove tecnologie ci vogliono forse 2 minuti a far diventare cartaceo una pagina web e riportarla al professore.
Magari poteva dare ad ogni alunno un episodio a caso della vita di uno scrittore e poi chiedere a loro di ricostruire in 5 minuti di discorso la vita e l'episodio in modo da poterla presentare ai propri compagni, creando una lezione interattiva tra tutti gli studenti e magari creando interesse sia in fase di ricerca (molti dei personaggi indicati hanno o avranno degli episodi interessanti nella loro vita?) e in classe dove ognuno racconterà in prima persona ciò che più lo ha attratto del personaggio.
Magari votare il preferito e poi studiarlo nel dettaglio. Le possibilità poi sono infinite di proseguire con quel metodo di insegnamento.
Questo potrebbe essere un ottimo compromesso tra tecnologia e scuola.
"Quanti di noi, a scuola o a casa, dicono loro che esistono Google, Wikipedia ma anche la Treccani on line, per esempio, e che non tutte le fonti sono attendibili?"
Anche di questi temi discuteremo al convegno "From Diderot to Wikipedia"
16 Ottobre 2009 – Università di Padova.
vi lascio il link: http://www.educazione.unipd.it/dadiderotawikipedi…
l'ingresso è libero.
Corrado P.
Completamente d’accordo con te 😛
SI SI ASSOLUTISSIMANTE! Sono della stessa corrente di pensiero anche io
Parto prima di tutto con i complimenti per come il pezzo è scritto.
In secondo vado con la mia considerazione sul tema.
Internet oggi viene usato spesso come scorciatoia e non come strumento di approfondimento e di conoscenza. Il tuo collega, personalmente sbaglia con l'oggetto del "compito"; trovate "qualcosa" di questi 4 autori, forse era meglio, spremete le meningi e tiratemi fuori una vostra considerazione di 4 autori utilizzate la rete per recepire le informazioni, ma vorrei qualcosa di vostro…
sarà il Mio Nick che mi fa essere così "bacchettone"… :p:p
Curioso, proprio stamane nella mia seconda media ho fatto esattament eil contrario. Ho dato a ogni alunno un foglio su cui erano scritte tre mini-biografie di Martin Lutero.
Titolo dell'attività: SIMULAZIONE DI RICERCA.
Attività: rielaborazione del testo producendo un lavoro originale, senza frasi copincollate e magari neppure parafrasate.
Voglio proprio evitare il copincolla feroce.
Il tema è interessante e offre vari spunti di riflessione. LA prima cosa che ha attirato la mia attenzione è la domanda: come dovrebbe essere questa didattica innovativa? Non ho la risposta, posso solo dire come uso io Internet a scuola. Io insegno inglese, in un professionale. Voglia di studiare dei ragazzi? Poca, pochissima. Voglia di mettersi in gioco? Poca, pochissima. Vivono la scuola come fosse tutto un immenso “copia e incolla” (giusto per restare in tema): non solo vengono a scuola con l’idea di copiare, non si pongono neanche nessuna domanda a parte chiedere “professorè come si dice?” tutte le volte che non conoscono un termine in inglese, cioè sempre. Allora io ho scelto questa strada: 1) ho detto loro che non sono un dizionario vivente e che se loro si limitano a ripetere una parola dopo che l’ho detta io, non memorizzano nulla; 2) poichè abbiamo la LIM in classe, collego il pc alla LIM e a Internet e, dopo avergli ripetuto per la milionesima volta che Internet non significa Facebook, gli chiedo di usare i dizionari online. Faccio vedere la differenza tra un testo tradotto da un “umano” e il testo che traduce Mr. Google (come lo chiamo io). Ho spiegato la trascrizione fonetica e facciamo attività di pronuncia leggendone prima la trascrizione fonetica e poi cliccando sul suono della stessa parola.
Non so se è didattica innovativa, so che un po’ alla volta stanno imparando ad usare Internet con uno scopo diverso dal puro copia&incolla.
Certo è faticoso, molto più di quando stanno tutti seduti e devono scrivere, cosa che peraltro odiano nella maniera più assoluta e mi domando anche perchè. Però loro sono contenti: voi penserete che io mi accontento di poco ma se finisce l’ora e loro dicono “no, è già finita!” a me pare un successo grandioso!
maremma, solo adesso mi sono accorta che i post risalgono a ottobre 2009…..vabbè, l’argomento è sempre di attualità e la Rete non ha tempo :)))
tranquilla @lastefi anzi grazie perchè quello che hai raccontato della tua esperienza di classe è interessantissimo ed è un po’ quello che io penso. Usare la tecnologia che già usano i ragazzi, facendo loro capire che si possono fare mille altre cose interessanti rispetto al copia e incolla e al facile facile… grazie di essere passata