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Perchè solo il maestro unico è troppo poco…

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Speculum Maius ci invita a leggere la mozione sulle “iniziative in materia di accesso degli studenti stranieri alla scuola dell’obbligo”, proposta dal leghista Cota e sottoscritta da: Goisis, Grimoldi, Rivolta, Maccanti, Aprea, Frassinetti, Granata, Latteri, Baldelli, Garagnani, Centemero, Barbieri, Barbaro, Caldoro, Carlucci, Ceccacci Rubino, Di Centa, Renato Farina, Giammanco, Lainati, Mazzuca, Murgia, Palmieri, Massimo Parisi, Perina, Rampelli.

Qui, poi, ci sono le dichiarazioni di voto. Leggiamocele.

Intanto auguro ad ognuno di loro di non avere mai un figlio “diverso” per handicap o per colore della pelle. Perchè solo in situazione, forse, capirebbero che non è la strada corretta, la differenziazione per la salvaguardia “dei nostri italianissimi figli”.

E meno male che per ora la normativa obbliga i docenti a tenere il diversamente abile in classe e ad intgrarlo. Cambieranno anche la 104?

Meditate, gente, meditate.

Mi chiedo (da laureata in Lingue e quindi con un minimo di cognizione su quanto sto per chiedermi): ma nelle classi differenziate per stranieri in cui probabilmente si raccoglieranno insieme un rumeno, un cinesino, un marocchino, un ucraino e un sudamericano, colpevoli solo di non sapere l’italiano e di “rallentare il resto della classe di italianissimi bambini”, la maestra – unica, quindi da sola contro il mondo – quante lingue dovrà sapere per poter veicolare loro ed insegnare l’italiano?

No perchè, di solito una L2 si veicola e si insegna con il supporto di un’altra lingua, che non sarà la stessa che serve ad ogni bambino e, soprattutto, come farà tale maestra plurilingue a sostituire l’importantissima dinamica tra pari, quella in cui alla fine i ragazzini si capiscono e imparano uno dall’altro, oltre che le regole e le usanze della cultura “altra” anche la lingua del paese in cui i loro genitori, per un motivo o per un altro hanno deciso di risiedere?

Spiegatemelo.

12 thoughts on “Perchè solo il maestro unico è troppo poco…

  1. Sinceramente non capisco il problema della proposta sul maestro unico, io alle elementari ho avuto il maestro unico ed è stato il periodo migliore. Poi grazie a Berlinguer in 4 e 5 hanno iniziato a subentrare i maestri distinti e mi è rimasto impresso come un periodo peggiore. Col maestro unico si crea un rapporto completamente diverso, che aiuta i bambini a crescere, con tanti maestri i bambini vengono inevitabilmente trattati come sarà poi alle medie e alle superiori, con più distacco, meno coinvolgimento “sentimentale” da parte loro e dei maestri. Ricordo che per noi la nostra maestra era come una seconda madre e avevamo un bellissimo rapporto.
    Inoltre poi non credo che andranno a cadere le figure dei maestri di sostegno o le altre figure complementari al maestro unico, come le insegnanti di lingua. Tutti gli altri timori sono perciò infondati, secondo me.
    Bisognerebbe anche ricordare che i nostri genitori hanno avuto il maestro unico e l’istruzione che hanno ricevuto è per certi versi di gran lunga superiore alla nostra, eppure ai loro tempi la scuola iniziava a ottobre e finiva prima di giugno… ora in teoria si studia molto di più, ma i bambini apprendono di meno…

  2. Gabriele guarda anche io ho studiato con la maestra unica, una bravissima maestra unica. Ma che mi ha dato un’unica visione del mondo, seppure fortunatamente molto aperta. Però era solo la sua.

  3. Si ma l’alunno mica muore finite le elementari! Poi ha altri 3 anni di medie e 5 di superiori! La visione del mondo ha tempo di farsela…
    E comunque se una persona dovesse avere un’idea del mondo unicamente perchè è quella dell’insegnante sarebbe da capire perchè il bambino non riceve stimoli da altre parti… c’è la famiglia, ci sono gli amici, ci sono attività extra-scolastiche etc etc

  4. Nel mio circolo il bambino straniero è valutato in base a test interdisciplinari per poi essere inserito nella classe più rispondente al suo livello di abilità ( e non solo per l’età anagrafica come dice Cota). Gli insegnanti poi predispongono un piano di studi personalizzato che viene svolto sia dai titolari di classe che da altri del plesso utilizzando le ore di compresenza per attività di recupero linguistico dei bambini stranieri formando gruppi di livello linguistico a classi aperte. Il bambino straniero, come quello con disturbi specifici di apprendimento, svolge il suo programma anche durante le attività di lezione frontale. Sicuramente ciò complica l’organizzazione della didattica perché significa riuscire a svolgere attività diversificate e ben programmate. Ma poi cosa significa formare classi per stranieri? I bambini non devono acquisire solo padronanza della lingua italiana, necessaria anche per poter studiare. Devono svolgere anche il programma di matematica…a questo non hanno pensato? Nell’ipotetica classe per stranieri si svolgerebbe un unico programma di lingua e come sarà gestito un diversificato programma di matematica? ( mi riferisco alla scuola primaria). Proprio durante le attività ludico ricreative tutti i bambini hanno occasione di confrontarsi tra loro, di socializzare e imparare la lingua giocando. Le educazioni ( musica e suono, motoria, arte ed immagine) sono aggreganti. Inoltre grazie a questi bambini si promuove di fatto uno scambio interculturale : penso all’abaco cinese, al significato e al confronto delle diverse feste,usi e costumi, canti, giochi, affinità / diversità linguistiche. Da circa 12 anni ad oggi, ho insegnato ad alunni cinesi , ecuadoriani e anche qualche bambino francese, tedesco, polacco, rumeno, marocchino e tunisino. Attualmente nella mia classe ce ne sono 4 di nazionalità ecuadoriana e cinese; nel ciclo precedente ne avevo 4 di nazionalità diverse. Non bisogna necessariamente conoscere la loro lingua: ci si avvale di semplici dizionari e della capacità di questi bambini ad apprendere abbastanza in fretta la lingua parlata; la lingua scritta è più complessa,
    ( per tutti, italiani compresi).
    A me pare una grossa forzatura per giustificare tagli sulle ore di compresenza e pedagogicamente infondata per ciò che riguarda l’aspetto formativo dell’apprendimento.
    A riguardo del “coinvolgimento affettivo” insegnante/ bambini, tutto dipende dalla professionalità e anche dalla personalità dell’insegnante , per cui non è detto che il maestro unico potrà garantirlo.La mia personale esperienza con 3 maestre uniche è stata deludente con due di loro. Solo di una conservo un bel ricordo.

    Alla vera “stabilità affettiva” ci pensino piuttosto i genitori.

  5. @Gabriele
    Ai tempi in cui c’erano le maestre uniche (che paradossalmente non è poi troppi decenni fa) c’erano anche le botteghe di quartiere, per strada passava l’arrotino per affilare i coltelli e sui treni esisteva ancora la III classe, con le panche in legno. Qualcosa attorno a noi è nel frattempo cambiato (mi sembra). Non so che lavoro faccia tu ma se – putacaso – facessi il consulente finanziario e qualcuno ti venisse a dire che suo padre ha sempre tenuto i soldi sotto il materasso e si è sempre trovato bene o che un tempo bastava la parola d’onore a sancire un contratto (giusto per riprendere la nota emotiva della questione), cosa gli risponderesti?

    @skip
    la mozione parla di “percorsi monodisciplinari e interdisciplinari, attraverso l’elaborazione di un curricolo formativo essenziale, che tenga conto di progetti interculturali, nonché dell’educazione alla legalità e alla cittadinanza”. E non credo ci sia da aggiungere altro.

  6. @Maria Grazia grazie per la precisazione, ma sono cose che si fanno già da anni nelle classi comuni .

  7. Ma questo è molto di meno di quanto si fa normalmente nelle classi comuni. Si parla di un curricolo “essenziale” (dunque sembrerebbe ancora più “leggero” di quello seguito nelle classi “normali”) contornato essenzialmente da un’azione di acculturazione più che di mediazione culturale. Dunque, ribadisco, nulla a che fare con quello che tu giustamente citavi. Da qui il mio non aggiungere altro. 🙂

  8. Da mediocre alunno quale sono stato (mi dovevano bocciare in quinta elementare, in prima media, finalmente mi bocciarono al ginnasio), credo che di per sé il maestro unico non sia una cattiva idea. Purtroppo (o per fortuna), il mondo è diverso da 20 anni fa. Se si crede che tutto si possa capire e spiegare insegnando matematica e italiano, bene, il maestro unico è la strada giusta. Pretendere di applicare quella visione ai giorni nostri significa non comprendere affatto l’evoluzione che si sta verificando. Non è solo Internet. Cambiano equilibri finanziari, rapporti di forza tra Nazioni, avanzano nuove tecnologie nei campi della biologia, della medicina. E poi le migrazioni, l’onnipresenza dei media e sfide e problemi che qualche lustro fa nemmeno ci sognavamo. Cosa c’azzecca con i bambini? Se immaginiamo la scuola elementare una campana di vetro dove conservarli, dobbiamo concludere che non c’azzecca nulla con loro. Se invece la consideriamo come il luogo ideale per fornire loro ambiente e strumenti giusti per districarsi nella selva del mondo, dobbiamo concludere che il maestro unico probabilmente non sarà in grado di raccogliere lui per primo la sfida.

  9. Qualche supplenza in passato l’ho fatta alla scuola elementare. Vediamo la cosa del maestro unico dalla prospettiva dell’insegnante. Sono ovviamente abilitata ad insegnare alle scuole elementari (si, anche), sono ovviamente ANCHE specialista di Inglese. In realtà il mio interesse era insegnare inglese ai bambini, non altro. Ecoc perchè presi ANCHE questa abilitazione. Dunque, dicevo, dal punto di vista dell’insegnante: io, pur essendo abilitata come maestra “globale” non son capace di insegnare ai bambini che l’inglese. Forse storia e italiano. Non sono in grado di insegnare matematica, non è nel mio background, non mi sono mai interessata alla matematica (intesa come conoscenza da trasferire a qualcuno).

    Ecco, sarei una cattiva maestra unica. Cattiva, come tutte le mie colleghe. Nessuno è tuttologo.

    A me all’epoca, alle elementari è andata bene, ho avuto una maestra vecchio stile brava in tutto.

    Se parlate con husband (geniale e matematico, al contrario di me, non a caso è ingegnere) vi dirà che la sua maestra unica non ha fatto un emerito C di matematica. Però, di contro a 7 anni sapeva il salve regina in latino a memoria perchè la sua maestra era molto ma molto religiosa.

    Tornasse indietro si farebbe cambiare di classe per studiare ANCHE la matematica.

    Ecco perchè la maestra unica è uno sbaglio. Non ce ne sarà una brava realmente a gestire tutto. Con tutta la buona volontà.

  10. Ma era proprio di moda il Salve Regina? Lo recitavamo a memoria senza capirlo (ero in seconda elemenentare).
    Una parola misteriosa “orsù” è stata indigesta più di esuli e avvocata. C’è voluto un po’ di tempo (meglio tardi che mai!) per apprendere che non era un termine dialettale per dire orso 🙂

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