Cerco un centro di gravità permanente
Due vite, due città, due letti, due ruoli,
due diversi universi racchiusi nel significato delle parole “casa mia”.
Là.
La salernoreggio in mezzo.
Qua.
L’altro ieri finivo ufficialmente l’anno scolastico.
Là.
Ieri lasciavo la mia città per rientrare nella mia città d’adozione.
Qua.
Due universi diversi racchiusi nel significato delle parole “la mia città”.
Oggi presento ufficialmente domanda (formato scartoffie, non downlodabile)
perchè dall’alto capiscano che delle due vite convenga che torni a viverne una.
Qua.
Non che mi dispiaccia comunque l’altra vita.
Là.
Consegno e mi faccio protocollare scartoffie importanti.
Perchè dall’alto sappiano che son di là,
vivo qua,
lavoro là nella strana condizione dell’emigrante di ritorno,
husband è qua, la vita che ho scelto è qua,
anche se il corso della vita mi ha riportato là,
dovrei riemigrare e tornare qua,
dipendendo ancora per un altro anno da là.
E la mia casa è dove è il mio cuore.
Il consueto casino
spiegare la quadratura del cerchio.
Ma non dipende da te, ma dipende dall’alto.
Da uffici e burocrazie.
Qua.
E là.
Dall’alto entro fine mese decideranno qualcosa che non posso prevedere.
Consueto di questi tempi. Costante degli ultimi anni.
L’arrivo dell’estate e il non conoscere cosa farò a settembre.
Unica certezza: da quest’anno mi pagano uguale, comunque e dovunque. A prescindere.
Decideranno di che morte scolastica e geografica dovrò morire il primo settembre.
Decideranno cioè in quale delle due città presentarmi a rendere servizio.
Là, dov’ero fino all’altro ieri.
Qua dov’ero fino all’anno scorso (ergo dietro casa a far lo stesos lavoro che ho fatto là).
Oppure non c’è posto nel ruolo d’appartenenza
che mi devo tenere
che comunque lascerò tra due anni
per tornare ad insegnare quello per cui ho studiato.
Oppure.
Qua in un altro ordine di scuola.
Ecco magari finisco dove poi finirò l’anno prossimo,
quando chiederò il trasferimento
ed il passaggio nel mio ruolo.
Ecco magari la sorte vuole
che ricominci ad insegnare quello per cui ho studiato.
Qua.
O magari no.
Rimangono solo altre 7 possibilità.
Qua.
Contro l’unica là.
L’unica mia comunque,
per un altro anno,
male che vada
e che dall’alto decidano che non c’è un posto per me.
Qua.
Aspetto. Comincio le ferie ufficialmente. E le comincio aspettando.
(lo racconto per far chiarezza a me…anche se non capite fa lo stesso!)
(foto di Amanda L McCracken)
Ti auguro con tutto il cuore che “casa” sia solo dove vuoi tu. 🙂
“L’arrivo dell’estate e il non conoscere cosa farò a settembre.”
Qua o la anch’io divisa tra due case, due città, mille affetti sparpagliati per l’Italia … il tuo post suona bene con il mio trasloco di oggi … ma io parole così chiare e convincenti non ‘ho sapute trovare. In me vince la confusione e la rabbia nel dipendere dall'”alto” scolastico.
Linda
Incrocio le dita per te.
ti capisco, eccome, cate 🙂
sei ad uno di quegli incroci strani, in cui una serie di fortunate coincidenze potrebbero farti tornare a casa tua(=cuore). Non resta che incrociare anche le dita (mani e piedi!). Ce la farai, comunque 😉
il bello è che anchè “là” è casa mia
🙂
Il vero problema è che ne Quà, nè Là, riesco a trovarli su Google Maps.
Ho appena cercato, fidatevi. 😐
Ciao,
Emanuele
buone vacanze, buona attesa e in bocca al lupo per quello che sarà, qua o là 🙂
Spero che vada tutto come speri! E goditi le vacanze senza pensare troppo a ciò che sarà a settembre 🙂