(via kevin kelly e ripreso dall’Internazionale)

Il concetto di Scenius e di Genius. (photo credits: aldoaldoz)

Scenius è come il genius, solo che riguarda un gruppo e non il singolo. Brian Eno suggerì di utilizzare questo termine per indicare la creatività estrema che gruppi di persone, luoghi o “scenes” (scenari) possono occasionalmente ed inaspettatamente generare. La definizione è questa:

“Scenius stands for the intelligence and the intuition of a whole cultural scene. It is the communal form of the concept of the genius.”

Scenius è l’insieme di intelligenza ed intuizione di una scena culturale più ampia nel complesso. E’ la forma comunitaria del genio.

Gli individui che si trovano immersi in uno scenius produttivo sapranno produrre le loro migliori opere isnieme agli altri.  In ogni scenius, ognuno agisce come genius. Con i like-minded peers, insieme ai nostri simili, l’intero ambiente circostante potrà essere fonte di ispirazione.

Lo scenius è supportato da diversi fattori:

• Il mutuo apprezzamento. I rischi vengono accolti dal gruppo, l’arguzia del singolo apprezzata, e la competizione amichevole aiuta anche i timidi a verire allo scoperto. Possiamo considerare lo Scenius come quanto di meglio la pressione di un gruppo sul singolo possa fare.
• Rapido scambio di strumenti e tecniche. Nello stesso istante in cui qualcosa viene inventata, viene subito condivisa. Le idee scaturiscono velocemente perchè il loro flusso scorre attraverso una lingua comune e una stessa sensibilità.
• Effetti di successo grazie al Network.  Pensiamo quando accade qualcosa di completamente nuovo. Il suo successo guadagna tutta la scena e coinvolge tutti. Questo porta a futuri altri possibili successi insieme.

• Rispetto per l’originalità: il mondo esterno non è troppo duro con le trasgressioni del gruppo. I più ribelli o fuori dalle righe sono protetti da questa specie di zona cuscinetto.

In pratica lo Scenius può irrompere e manifestarsi praticamente ovunque, e a diversi livelli: sul divano all’angolo di una compagnia di amici, nel nostro vicinato, per tutta la regione dove viviamo ecc.

La storia dell’arte e della scienza è piena di esempi di scenius.

Anche se ogni azienda o università vorrebbe ricrearlo, questo clima speciale non si può costruire a tavolino. Devono esserci i pionieri giusti, un luogo aperto ma non troppo e molte scintille di entusiasmo.

La cosa più importante è non distruggere l’atmosfera: quando il gruppo comincia a funzionare non va formalizzato. Quando vedete le prime scintille, sventolate il fuoco perché si attizzi ma non spostate lo scenio in un altro posto.

Lasciate che il vostro scenio rimanga scomodo, strambo, marginale: in cantina, in periferia, sul retro, lassù… E, quando nasce, onoratelo e salvaguardatelo.

Un po’ come scrivevo quando parlavo della forza della community di là.

Lo Scenius è in pratica questo. La forza del gruppo che fa emergere sia il genius del singolo sia la forza del collettivo. In rete questo diventa social network. C’è chi lo chiamava intelligenza collettiva e ora chi lo chiama dumbness of the crowds. Cambiando l’ordine degli addendi il risultato sociale non cambia.

(E io metto carne al fuoco che vorrei approfondire da diverse angolature)