La forza sta nel meme
di Gigi Cogo
Ritorno sulla condivisione e sui temi sviluppati a Firenze la scorsa settimana. Ci ritorno perchè in queste ultime ore diversi segnali (commenti, mail e chiaccherate varie) hanno cercato di dissuadermi da una convinzione.
La convinzione è quella che il “mezzo” non è mai stato abilitante come adesso, ma viene ancora usato male. Mi riferisco, ovviamente, ai social media.
Partendo dal presupposto che la conversazione è insita nell’uomo, ma è ancora più radicata nei curiosi e in quelli che amano trasferire conoscenza senza trattanerla, reputo che il mezzo migliore per esercitare questa dinamica sia il blog. Il blog non è “drenante“!
Dico questo in antitesi ai social network, e cerco di spiegare il perchè anche aiutandomi con alcune escursioni. Fabio, nella sua presentazione a Firenze, ha definito gli LMS come dei recinti. Io stesso, alcuni giorni prima durante una tavola rotonda a Euro PA, ho definito i portali pubblici (i siti dei comuni, dei ministeri, ecc.), inutili.
Inconsapevolmente, sia io che Fabio, volevamo enfatizzare due modi di costruire aggregatori di conoscenza basati su “sistemi”. Fabio proponeva i PLE in contrasto con gli LMS, io gli aggregatori personali di servizi pubblici, in contrasto con i portali autoreferenziali dei comuni e dei ministeri.
Ma perchè questi bisogni? Perchè tutto ciò che crea perimetro per favorire l’aggregazione (un sistema) è drenante e non trattiene la conversazione! E la conversazione è alla base del trasferimento della conoscenza. Nel mio delirio, ho sostenuto spesso che i fornitori di informazioni debbano favorire rss, widgets e web-services, sta a noi poi metterli nel nostro aggregatore personale che, come ha detto Caterina a Firenze, è il blog.
Il blog non è drenante, perchè favorisce la conversazione con i commenti e con la blog-reaction (link da un blog a un altro). E proprio la reazione con i link è l’essenza del MEME.
Ecco perchè, il sottoscritto almeno, non si sente a suo agio su Facebook, su Myspace, su un sistema di eLearning o su un portale complesso. Troppi steccati come in un recinto. Troppo forti le dinamiche indotte dal “sistema” e dalle sue funzionalità e, purtroppo, minori quelle favorite delle conversazioni delle “persone”
.
Qualcuno potrebbe sostenere che il blog è la rappresentazione del narcisismo. Forse. Ma come nelle chiaccherate fra amici, è sempre il chiaccherone che anima la compagnia. E il blogger è un animatore, ecco perchè non è “drenante”!
vabbè io al contrario di te gigi sto dappertutto (facebook ecc…) come ben sai. Alcuni sono recinti, altri no…il problema son sempre le persone. Son le persone a piegare le tecnologie chiudendole nei recinti. E’ come le si usa.
Ecco il fatto che tu scriva qui senza che io sappia di cosa parlerai di volta in volta (e viceversa io sul tuo blog) ci fa uscire dal recinto e dalla regola che prevede:
Il blog è mio e me lo gestisco io (ma non era l’utero??)
Bè il blog è sempre mio, il tuo è sempre tuo…ma non è altro che uno strumento di comunicazione no?
Serve a mettere in circolo informazioni e quanto vogliamo condividere, quello che siamo e quello che sappiamo.
Non c’è nulla di male. O no?
Finalmente un post interessante su questo blog!
ih ih ih ih (ghigno satanico)
😛
Condivido quanto sostiene Catepol, il concetto di drenaggio qui proposto è più strettamente legato all’utilizzo che si fa dei media piuttosto che al media stesso.
In che misura ning è più drenante rispetto a un blog (quale blog poi?), piuttosto che wetpaint o facebook o plurk o qualsivoglia social media?
@sirdrake non ti facico più amico
@sirdrake, LOL!
@michelemelis su Ning nulla da eccepire, lo divulgo spesso come “recinto puro”, strumento utile per contesti chiusi, ma è tutto un altro filone, IMHO!
@michelemelis secondo me dipende tutto dalle persone che ci son dietro ad ognuno degli strumenti e quindi dalle relazioni sociali tra queste persone …
Tutto è strumento, nessuno degli strumenti social e 2.0 è il migliore. Però se la community di persone che li utilizza per entrare in relazione vi si trova bene sopra e condivide…si drena e come se si drena.
Io sostengo che la social killer application alla fine è sempre la mail…
mh, la mia era però una domanda provocatoria, anzi intendevo dire: davvero possiamo considerare chiuse delle piattaforme sulla base delle proprie caratteristiche?
Su ning intendevo l’esatto contrario, per me non è necessariamente un recinto chiuso : )
Condividere, recinti, mio e tuo… Condivido che il “mezzo” sia abilitante e condivido anche che ad oggi è “usato male”.
I portali pubblici sono inutili (ma soprattutto perché non sono “fruibili” e fatti da chi non sa che cosa vuole la gente per davvero…).
Trovo utile il reader di google, ma serve a me per “non perdere” le informazioni che voglio avere, ma non serve a “condividere”…
Io sono curiosa e leggo, mi piace condividere la conoscenza e informo, diffondo, regalo, pubblico, scrivo, parlo, bloggo… ma non sono certa di “comunicare”!
Che cosa manca?
scusate.. il mio commento precedente è riferito a webeconoscenza : )
@catepol
ma gigi utilizza il termine “drenante” per indicare la tendenza alla chiusura alla condivisione…
non capisco questa frase:
“se la community di persone che li utilizza per entrare in relazione vi si trova bene sopra e condivide…si drena e come se si drena.”
Il concetto che cerco di esprimere, sarebbe bello poterlo esprimere in forma dialogica con una gran bella chiaccherata.
Secondo me ogni palinsesto tecnologico, alla fine, risponde più alle esigenze di chi lo ha creato che a chi realmente ci abita. Ecco percè il blog si veste bene sul blogger che, alla fine può farne ciò che vuole.
Ma, come nella formazione, i PLE stanno dimostrando che gli LMS sono rigidi, così anche il conceto di servire il cittadino con un palinsesto pubblico serve più all’amministrazione che lo propone che non al cittadino che vorrebbe usarlo in forma interattiva e dialogica.
Quello che voglio dire……datemi le fonti, scelgo io come aggregarle e come renderle interettative. E da li nascono conversazioni.
Io, ad esempio, non riesco a conversare su Facebook o sul portale di un Ministero, e men che meno su un sistema di elearning come quelli che abbiamo visto a Firenze.
La mia estrema provocazione è quindi, e lo risottolineo, dammi la fonte certificata o autorevole che sia, dammi il widget, l’rss o quello che vuoi, al resto penso io che son chiaccherone 🙂
michele in effetti ho sbagliato la frase…non volevo utilizzare il termine drenare ovvio che non ci sta proprio…trattenere non va bene…dicevo delle persone che stanno dietro un qualunque strumento che permette la condivisione, anche un LMS o un LCMS…
ecco son le persone che decidono e utilizzano lo strumento che ritengono migliore, perchè più immediato o utile a quella che vuole essere la condivisione della comunicazione e della conoscenza che hanno in mente con quel gruppo di persone.
Un blog è sicuramente autoreferenziale perchè nasce come strumento che permette al singolo di “farci quello che vuole“
Se questo “quello che voglio” include anche la condivisione di quello che so con altri (altri da cui continuo ad apprendere a mia volta quello che non so ma che loro sanno)…ecco si innescano processi interessanti.
Nei recinti chiusi si finisce per parlarsi addosso. Nei sistemi aperti no, perchè ognuno ci mette anche risorse esterne (e relazioni) e tutto quello che è e che lo interessa per creare qualcosa di nuovo…
Insomma gigi ha intrapreso un discorso complesso
Chiaccherare .. Conversare .. Dialogare .. Intraprendere discorsi complessi — Abbiamo steso asfalto drenante!
Oggi, grazie a un sunny spell quasi British, mi son rotto la schiena a tagliare erba — e la forza del meme ha ucciso un uomo morto 😉
Se dovessi riassumere direi che il discorso, anche se si sviluppa in un ambiente aperto, più che complesso rischia di essere esoterico (“riservato agli iniziati” o per trasposizione “per pochi eletti”).