Sette buone abitudini per le persone connesse
Riprendo da qui le sette buone abitudini che le persone altamente connesse, gli abitanti della rete, insomma, dovrebbero possedere.
(foto di Eclipse Pics (?ncient))
1. Be Reactive – Essere reattivi
Si parla molto di user-generated content sul web. Ottimo! Ma solo se questo contenuto che vai a pubblicare proviene dall’aver speso anche un po’ di tempo a leggere, commentare, connettere quanto anche altri hanno prodotto e pubblicato. Altrimenti non ne vale la pena.
La prima cosa che tutte le persone connesse dovrebbero fare è essere ricettivi. Sia su un forum di discussione o in una mailing list, su una community di blogger o sui siti dei giochi online, è importante passare un po’ di tempo ad ascoltare e osservare quanto scrivono e dicono le altre persone.
Così la creazione del tuo stesso contenuto sarà una reazione o una conseguenza del punto di vista di altre persone e l’avvio di una conversazione. In questo modo ti assicurerai innanzitutto che gli altri abbiano letto i commenti da te lasciati e in secondo luogo che i tuoi post siano anch’essi rilevanti alla discussione in corso.
Postare sul blog, dopo tutto, è mettere in circolo il tuo punto di vista. E’ mettere in connessione, e il modo migliore per mettere in connessione è chiaramente inserire un link tra il contenuto da cui sei partito e il tuo contenuto.
2. Go With The Flow – Seguire il flusso
Sappiamo bene che esistono nelle online community le persone che si pongono nei confronti degli altri per Prove Something/dimostrare qualcosa, to Get Things Done/risolvere qualche tipo di problema, oppure to Market Themselves/per autosponsorizzarsi.
Sono proprio le persone che tendiamo ad evitare, se possiamo. Perchè non importa quale sia l’argomento della discussione, loro intervengono per portare avanti i propri obiettivi.
Quando siamo connessi online, è più importante trovare luoghi aggiungere valore, piuttosto che perseguire determinati obiettivi. Il web cambia velocemente, è necessario adattarsi costantemente alle necessità del momento, piuttosto che perseguire e progedere secondo una scaletta predeterminata.
Questo non significa che non devi perseguire i tuoi obiettivi personali. Tu devi perseguirli, è ciò che guida la tua partecipazione, dopotutto. Però ricorda che i tuoi obiettivi possono non essere uguali a quelli di altre persone che son connesse come te e che la tua partecipazione online deve sempre rispettare le altre persone e i loro obiettivi.
(foto di Immagina)
3. Connection Comes First – Entrare in connessione prima di tutto
Tanti dicono di non aver tempo per leggere le email, figuriamoci se trovano il tempo per i blog. A volte li sentiamo anche affermare che si lavora meglio senza una connessione a internet.
E’ sicuramente un’ottima idea prendersi delle pause ed uscire all’aria aperta, o andare a ballare ecc. Ma l’idea di sostituire la vita lavorativa connessa online con una vita lavorativa molto impegnata e non connessa è un grande errore.
In quasi tutti i settori oramai, essere connessi con altre persone e lavorare online è normale. Tutto ciò che scrivi, anche i memo che leggi ecc. tutto ha a che fare con l’essere connessi con altre persone. Anche se fai un lavoro manuale, tutti i contatti con i tuoi clienti e i fornitori avvengono mediante la capacita di essere connessi con altre persone.
Se non riesci ad avere abbastanza tempo per leggere le email, per scrivere blog post, o per postare qualcosa nei gruppi di discussione che ti interessano, chiediti anche quanto tutte le altre attività che porti avanti non online ti prendano tempo. Perchè in un caso e nell’altro il problema è che non fai un uso efficiente del tuo tempo.
Se passi il tuo tempo tra meetings e riunioni, o viaggiando o lavorando, leggendo libri e riviste, telefonando ecc. sicuramente puoi trovare anche il tempo che possa essere speso per essere connesso ad altre persone anche online.
Sa invece dai una priorità anche alla connessione, sicuramentenon ti sentirai solo e saprai utilizzarla al meglio e trovare il tempo anche per questo.
4. Share – Condivisione
Il consiglio che tutti danno è “think win-win”. Dimenticalo. Perchè se segui qeusto consiglio guarderai tutte le cose pensando a cosa te ne viene in tornaconto. E’ l’atteggiamento più sbagliato da tenere in un mondo baasato sulle connessioni tra persone.
Invece, un mondo connesso funziona se la condivisione viene messa al centro, senza pensare a cosa se ne ottiene subito in cambio, senza preoccuparsi di chi possa approfittare di quanto condividiamo.
In un mondo connesso, è necessario sia aver bisogno di qualcosa sia che altri abbiano bisogno di qualcosa che possiamo condividere noi. E questo porta nel tempo ad a ricevere risorse utili a nostra volta, non come ricompensa per qualcosa che abbiamo potuto fare o come compenso per un lavoro, ma solo perchè le altre persone vogliono condividere con noi qualcosa che ci può essere molto utile.
Quando condividi, fai venir voglia di condividere ad altri. In un mondo basato sul network, questo approccio ci dà accesso a molte più risorse rispetto a quelle che potremmo produrre o acquistare se non fossimo connessi. Mediante la condivisione, aumenta la nostra capacità e questo aumenta a sua volta la nostra capacità di proporci.
5. RTFM – Leggi il manuale!!!
RTFM sta per‘Read The Fine Manual’ ed è una delle regole principali di condotta su internet. Ciò significa, praticamente, che prima di chiedere istruzioni e consigli ad altri bisogna far lo sforzo di leggere le istruzioni. Sicuramente la risposta che cerchiamo è stata già data. Si tratta solo di imparare a cercare per imparare anche da soli, senza dover far sempre riferimento agli altri.
Praticamente e sicuramente ciò che c’è da sapere è stato registrato da qualche parte online, quindi esiste già, bisogna saper cercare e leggere e troviamo quello che ci serve (e questo di solito è stato condiviso da persone che amano condividere la propria conoscenza in maniera del tutto gratuita). Trovare il tempo per dare uno sguardo a quanto è stato già scritto in merito a quanto cerchiamo, da altre persone, non è solo questione di rispetto, ma dimostra un certo grado di competenza e di auto soluzione die problemi.
Ad esempio se non riesci ad installare un software, invece di chiamare subito il customer service o di postare un messaggio di help su un forum, perchè non provi a copiare il messaggio di errore su Google e provi a leggere le risposte e le possibili soluzioni di chi ha già affrontato il problema prima di te? Anche perchè sicuramente trovi tutta la documentazione relativa, senza bisogno di scomodare direttamente altre persone.
Infine, quando chiedi aiuto, puoi farlo sapendo di aver letto anche alcune possibili soluzioni provando anche a spiegare perchè non riesci a farle funzionare. Farai risparmiare molto tempo a chi prova ad aiutarti, evitando consigli che non ti servono, ma focalizzando subito e immediatamente il reale problema che devi risolvere.
(foto di catepol)
6. Cooperate – Cooperazione
Offline le persone collaborano. Si uniscono in team, condividono obiettivi, e lavorano insieme. Tutti lavorano nello stesso posto, usano gli stessi strumenti e condividono la stessa visione di un progetto o di una organizzazione.
Online, le persone cooperano. E fanno network. Onguno ha i propri obiettivi e scopi, ma aderisce a tutto ciò che gli permette di creare una rete in cui si condividono le modalità di comunicazione. Le persone contribuiscono ognuna per la propria parte, creano qualcosa per soddisfare ogni loro desiderio.
Ciò è probabilmente conseguenza della distanza che li separa. Online, non è possibile rafforzare la propria personalità mediante intimidazioni o facendo a gara a chiu alza di più la voce, come potrebbe succedere nei rapporti faccia a faccia. Ciò significa che la comunicazione online richiede una partecipazione volontaria dei soggetti, che non subiscono, rispetto alla comunicazione offline. E le persone che son capaci di fare da connettori di altre persone online riconoscono pienamente ciò e si comportano di conseguenza.
Per cooperare, è necessario conoscere i protocolli e le dinamiche della cooperazione online. Non sono regole ben precise – infatti tutti possono romperle o disattenderle, personalizzarle ed adattarle. Ma vengono stailite le basi della comunicazione. I protocolli, i codici di comportamento, esistono in tutte le sfaccettature della comunicazione online, dalle tecnologie che mettono in connessione isoftware (come TCP/IP e HTML) alle modalità con le queli le persone si parlano a vicenda e interagiscono (come la netiquette e le emoticons per fare qualche esempio banale).
7. Be Yourself – Sii sempre e solo te stesso
Quello che fa funzionare realmente la comunicazione online è la consapevolezza che dall’altra parte dello schermo di una macchina che non è umana ci sia sempre e comunque un essere umano come noi, che vive di pensieri, sensazioni ed emozioni e che grazie alla rete comunica con noi.
L’unico modo per essere compresi e capiti da un’altra persona e permettere all’altro di entrare in sintonia e simpatia con te, permettere di conoscerti realmente, avviare dinamiche per entrare in empatia. la comprensione e la conoscenza reciproca hanno molto più a che fare con i sentimenti e le sensazioni personali (feelings) che con la conoscenza superficiale di un altro diverso da noi. Sono i sentimenti che ci guidano anche nella comunicazione online.
Coloro che utilizzano la comunicazione online ‘only for business’, solo per rapporti professionali, insomma – o peggio, ritengono di volerla incanalare in usi normati e non accettano, che ne so, che si possano anche fare cose banali e divertenti come condividere foto di gatti o giocare a Scrabble su Facebook, oppure chattare su Twitter – utilizzano a ben vedere solo una piccolissima parte delle possibilità di comunicazione che Internet offre.
L’apprendimento e la comunicazione in rete non si possono ridurre alle semplici azioni di invio di contenuti e file da un punto all’altro della rete, da una macchina all’altra. Riguardano il coinvolgimento dell’intera persona (quello che Wittgenstein chiamava) sono una ‘Way of Life’, un modo di vivere e rapportarsi, entrare in relazione. Possedere un gatto per un ricercatore, a livello personale, può avere la stessa importanza della più avanzata delle sue ricerche di laboratorio. Anche il gatto è parte integrante della sua persona, perchè non dovrebbe condividere anche questa parte di sè nella comunicazione online? Sono le cose comuni e quotidiane della struttura mentale di ognuno di noi che poi insieme alla struttura teorica e profesisonale compongono l’intera nostra persona, online come offline.
L’idea dell’essere se stessi, ‘being yourself’ non vuol dire teniamo separata la vita offline da quella online. Piuttosto, è riconoscere che la vita online comprende tutte le diverse sfaccettature della vita quotidiana, ed è importantissimo che questi lati diversi della propria persona e personalità siano tutti ben rappresentati anche online e funzionino bene insieme.
Ottimo post. Soprattutto trovo interessante iniziare a ragionare sull’uso consapevole della rete. Io aggiungerei un’ottava buona abitudine: staccare la spina una volta a settimana per mettere ordine nelle informazioni, elaborare conoscenza e restituirla alla rete sotto forma di nuovi spunti di riflessione. Uscire un attimo dal flusso per cogliere la complessità del tutto.
Non mi pare che queste abitudini siano poi molto diverse da quelle dei social-networks vecchio stile, ovvero quelli che non si sviluppano sulla rete ma nella real-life (Termine che non mi piace ma non mi viene in mente nulla di meglio per descrivere la vita fuori da internet).
8. Relax – Non toccare WordPress se non si sa ciò che si sta facendo… 😛
maxime me lo tatuo col fuoco vivo sulla pelle 🙂
A volte, proprio “divagando” casualmente ritrovi, dove non lo aspettavi, il filo d’un pensiero che maturava in te.
Ho apprezzato molto, questo post.
Per il contenuto in sé, per il lavoro che comunque ha dentro e per aver involontariamente completato, qualcosa che solo ora ha forma compiuta in me.
Grazie, per averlo condiviso.
Bel post, Catepol. Grazie.
A proposito del punto 3, dove dici:
come lo spieghiamo alle tante, troppe, aziende che mettono limiti ferrei alla possibilità di navigare dei loro dipendenti? Io non ho questo problema, ma qualche volta ho provato ad immaginare di fare il mio lavoro in un’ambiente dove puoi solo usare la posta elettronica e navigare su una ristretta white list di siti permessi. Sarebbe veramente un incubo.
Purtroppo conosco anche aziende di informatica che ancora ragionano così. Ma voi vi affidereste in outsourcing un servizio tecnologico o un progetto di sviluppo ad una società con questa “cultura”?
Ma non era Read The Fucking Manual? ^_^
..ottimo post cate, ci sono aspetti che non consideravo prima di leggerlo,pero descrivi un modello utopico ( si dice cosi??) di rete…come il paradiso ma qualcuno arrivo arriva sempre a rompere tutto…anche in rete.
Un altro aspetto è la scrittura, non tutti sono capaci di scrivere cose che possano attirare l’attenzione altrui ( non è il tuo caso! )e non mi riferisco solo agli argomenti ma anche al modo di esporli…in particolare nei blog.
ciao