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Quanto è virtuale e quanto è reale?

“I no longer believe in ‘virtual reality’.
Real people, real opinions, real emotions,
real shopping, real relationships,
real junk mail, real joy, real sadness,
real empathy, real crime, real porn,
real info, real poetry, real art, real cruelty,
real goodness, real truth, real lies,
and so it goes on…
There is nothing ‘virtual’ about it at all.”

from The Ongoing Adventures of ASBO Jesus blog e via

Se pensiamo al web 2.0 ed alle relazioni "virtuali" sui social network a cui partecipiamo, con persone reali, che esprimono opinioni reali, emozioni reali ecc. quanto è virtuale e quanto è reale? Il web è sempre meno virtuale, lo penso anche io. Secondo voi?

 

 

 

6 thoughts on “Quanto è virtuale e quanto è reale?

  1. Io credo che dipende da come si usa. Può arrivare addirittura ad identificarsi come reale se lo usiamo in un certo modo.

  2. Dipende dal tempo che passiamo con i "cazzabubboli digitali" in mano.
    Sinceramente mi sto stancando…….ma è la vecchiaia 🙂

  3. Beh, quello che usiamo è reale fino ad un certo punto (l’hardware), subito diventa virtuale (software), poi torna reale perchè lo percepiamo come tale (il sentimento ad esempio).

    Ma di questo passo il web si può paragonare anche alla fotografia: è la rappresentazione di una cosa reale ma in sè non è reale ("questa non è una pipa").

    Insomma qua si sta cominciando a parlare di metafisica e potrebbe diventare veramente pesante da sostenere…

    Ad ogni modo penso anche io che il web si stia appunto evolvendo in qualcosa che prima non era, che le relazioni umane stiano nascendo (o consolidandosi) attraverso questi nuovi strumenti.
    (Banale vero?)

    🙂 my two cents

  4. secondo me è semplicemente un nuovo mezzo. Poi, c’è sempre quello che si nasconde e quello che caccia la testolina fuori. Chi nasce tondo non muore quadrato, indipendentemente dal mezzo.

  5. sfondi una porta aperta con me, lo sostengo da anni. secondo me si è impropriamente trasposto il termine virtuale dall’uso non relazionale del videogioco e del personal computer anni 80 all’esplosione di un nuovo mezzo di comunicazione che, in quanto crea relazioni tra persone reali (e ormai è diffusamente così) non ha proprio nulla di virtuale.

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