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L’omino dell’aspirina, i crucchi, che giornata

Son solo 300 km in fondo. Andiamo? Ma sì andiamo a trovare lo zio a Lipsia o giù di lì. E fu così che decisero la trasferta. Macchine da noleggiare il giorno prima per il giorno dopo non se ne trovano su Internet, se non a prezzi per nababbi. Che con tutte quelle corone una macchina la compriamo, quasi. Si scatena la caccia all’amico dell’amico italiano a Praga. L’amico si trova, si concordano 1000 corone a lui per il disturbo, in cambio della sua Matiz. Non sarà un macchinone ma 300 km li può fare no? Giusto una lesione al parabrezza, ci dice, fatta qualche giorno prima. Che sarà mai? Andiamo piano, stiamo attenti alle vibrazioni. Ok, domani si va vicino Lipsia a trovare lo zio.

Andarono a prendere la macchina di buon mattino dal tipo che ha poi preteso di essere accompagnato al lavoro con la sua macchina (giustamente). Noi che siam provetti guidatori in Praga, che ci vuole? Il problema era uscire da Praga poi, dopo averlo lasciato. La sua indicazione: da qui sempre dritto. La realtà (meno male che avevamo una cartina): ogni tanto bisognava girare, a senso, ma bisognava girare.

Tutto tranquillo, tranne che non si capiva quanta benzina ci fosse (sembrava rotto l’indicatore), un paio di SMS al tipo per chiedere se potevamo fare benza in Germania (100 km) così da farla in euro e capire la spesa, la risposta del tipo "Siete pazzi non c’è neanche una goccia dentro", un uccello che decide di suicidarsi sul parabrezza già lesionato (ok se ha retto all’uccello la lesione, reggerà per tutti il viaggio) e si arrivò alla frontiera.

Ricordiamoci di chiudere i fari quando ci fermiamo.

Pronti con le carte di identità. Esce il crucco gendarme della frontiera. E comincia ad urlare in tedesco (l’inglese questo sconosciuto) che Nain, Protocol, Nain Deutchland Nain, indicando furiosamente il faro un po’ calante ma soprattutto la lesione del parabrezza. Nain, in Deutchland col cazzo che entrate…più o meno ho capito questo. Tornatevene in Chesche Republik o similare.
Dà le nostre carte d’identità di cittadini europei al collega e ci indica di seguirlo. Pensavamo ci facesse andare avanti fino all’uscita per la retro march e invece ci apre i cavalletti di sicurezza e come clandestini ci intima di svoltare subito  e retro march, aufiderzen…

Ricordiamoci di chiudere i fari quando ci fermiamo.

Ok. 100 km per nulla, e la visita allo zio?
Ora siamo qui, ingegnamoci. E l’ingegno italico prevalse. Imboccarono la prima uscita per un paese ceco, presumendo che se stava vicino alla frontiera sicuramente aveva un accesso via statale, una porta per la Germania alternativa.
E vagando per luoghi sconosciuti, senza mappa e senza speranza di trovare qualche campagnolo parlante Inglese, con il solo istinto arrivarono alla seconda frontiera.

Solo che nell’entusiasmo invece di frenare all’ALT FRONTIERA, percorsero un paio di metri in più. Un altro gendarme crucco uscì urlando che Nain, la velocità è 10 km all’ora, c’è lo stop cazzo se c’è lo stop, ora vi faccio una multa che ve la ricordate per sempre, vi arresto e col cazzo che vi lascio entrare in Deutchland.
(vabbè più o meno era questo il senso, chè io il tedesco mica lo so).

Però ci dice andate più avanti, dove si affaccia un gendarme ceco, più affabile e sorridente, guarda i documenti e ci dice ok, entrate pure in Deutchland. E non si accorsero del parabrezza!
Ah l’ingegno italico!

Ricordiamoci di chiudere i fari quando ci fermiamo. e rispettiamo i limiti che ora siamo in cruccolandia e son precisi questi tedeschi.

Il paesello da raggiungere era vicino l’aeroporto di Lipsia. Per trovarlo ci abbiamo messo un po’, girando e rigirando, però lo abbiamo trovato. La visita allo zio è realmente riuscita. Missione compiuta. Cos’altro può capitarci. Il fermo doganale mi sembra già tanto da raccontare ai posteri.

Nessuno dei due si era ricordato di spegnere i fari della macchina. E la Matiz non voleva saperne di ripartire. Passa una ragazza con la chitarra, cerco a gesti ed in inglese di capire se c’era un qualche meccanico in zona. La ragazza fa capire seguimi…ed entra in una farmacia, dove l’omino dell’aspirina (aveva una bellissima maglietta verde sponsor Aspirina) parlava English, a little bit. Wow! Il primo crucco English speaker della giornata. L’omino dell’aspirina si prodiga per me, chiama il cugino meccanico per vedere se è aperto, ma Nain, essere tardi. Poi comprende che è un problema di batteria scarica è si illumina, It’s a little problem. I have the solution.

Avvicina la sua macchina alla Matiz, la apre, scopre di avere una copertura sulla batteria, si compiace della cura per il dettaglio delle macchine tedesce, smonta la copertura della batteria, prende i cavetti nero/rossi e Tac…la molla del cavetto rosso gli resta in mano. Oh It’s not German! It’s a Chinese stuff…damn

Vabbè il mio coraggioso marito si offre di tenere lui la pinza agganciata, rischiando la vita, la sottoscritta si mette al volante, caricare, accelerare, caricare, accelerare e vai..riparte la Matiz. Salutiamo l’omino dell’aspirina, il nostro salvatore. Il primo crucco simpatico della giornata.

Rientriamo in rep. Ceca per sentieri campestri, cioè non dall’autostrada ma dal paesello che cerchiamo di ritrovare in direzione contraria. Arriviamo alla frontiera ed esce il crucco doganale indicando da lontano faretto e parabrazza. Oh cazzo vuoi vedere che non ci fa rientrare.
E invece no, ci manda più avanti, dai colleghi. I quali passano dieci minuti a palleggiarsi le nostre carte di identità elettroniche. Oh cazzo, rimaniamo qui. E invece no, era solamente la prima volta che vedevano le tessere siffatte. Con la fotina in filigrana nella banda magnetica (insomma carine son carine lo devo ammettere).

Ci fanno passare.
Tolto il fatto che non era la stessa strada dell’andata, che temevamo di esserci persi davvero, che la benzina era in rosso fisso e che per chilometri non si è trovato un distributore…alla fine siamo rientrati sani e salvi.

Certo che i crucchi son proprio antipatici. Escluso l’omino dell’aspirina!

PS salvo poi aspettare un’ora il proprietario della Matiz che non ha fatto altro che dire "Mica avete fatto del male alla mia povera Matiz? Che solo questa c’ho…"

Ma và a quel paese tu e il tuo parabrezza lesionato eh…Davvero.

5 thoughts on “L’omino dell’aspirina, i crucchi, che giornata

  1. post meraviglioso !!! 😀 😀 Leggerlo all’alba (cioè alle 9…) è un bel modo di iniziare la giornata ! 😀

  2. mmm… con qualche ammazzatina qua e là e qualche crucco maniaco assassino alla dogana ne veniva fuori un discreto survival horror, altro che hostel 😀

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