Perchè leggere un blog?
Davide domanda, catepol prova a rispondere. La domanda da cento milioni di dollari è: perchè leggere un blog? La risposta c’è chi l’aveva già data. Intanto una immagine capitatami a fagiolo nella serendipity tra i feed e i link diramati ed esplorati partendo dai feed, stamane. Il processo del blogging secondo Dave Pollard. Dove reading & writing hanno una relazione di amorosi sensi molto forte!
Poi la mia risposta alla domanda perchè leggere un blog? Semplicemente perchè no? Ed è la stessa risposta per la domanda: Perchè leggere un libro? Perchè leggere i giornali? Perchè leggere tutto quello che ti capita a tiro? Per curiosità. Per imparare qualcosa di nuovo. Per consolidare qualcosa che già si conosce. Per entrare in relazione con altre persone e coi loro pensieri. Per far circolare idee. Per avere modo di conoscere punti di vista diversi dal nostro, perchè no, insomma? Che c’è di male? C’è molto di bene, sicuramente. E provo a raccontare una storiella.
C’era una volta una bambina, una casa piena di libri e carte chè suo padre aveva (e ha) sempre carte in giro per la casa. Insomma un mondo di lettere assemblate in parole tutte riunite su pagine rilegate sotto copertine più o meno rigide. Che ci sarà mai scritto su? Perchè le leggono sempre? "Fammi capire" disse fra sè e sè quella bambina. C’era una volta una bambina che imparò a leggere dalle grandi lettere dei cartelloni della pubblicità per strada, dalle insegne, chiedendo con curiosità che c’era scritto, e imparò a scrivere in stampatello ricopiando le lettere che componevano parole interessanti, assemblando le sue prime parole, sicuramente adeguatamente stimolata da chi alle sue domande forniva risposte, stupendo la maestra dell’asilo+primina un giorno che non c’erano bambini di primina per il gioco del silenzio a scrivere i nomi dei cattivi alla lavagna quando quella bambina dell’asilo disse "Li scrivo io" perchè, in stampatello, ma sapeva veramente associare le lettere in parole e nomi. E questa cosa aveva un che di magico per lei.
C’era una volta una bambina alle elementari che leggeva tutto quello che le capitava a tiro per curiosità, perchè aveva capito che c’era sempre da imparare a leggere le cose. Perchè voleva saperne di più. C’era una volta una bambina che quando esauriva giornali e riviste, soprattutto quando era con i suoi a far visite di cortesia in altre case e per educazione non poteva metter mano su scaffali e librerie, c’era una bambina che dicono fosse sua abitudine anche sfogliare e leggere l’elenco del telefono alla ricerca di nomi strani, di persone conosciute o sconosciute, per il piacere di leggere e far volare la fantasia, perchè anche da quella lettura ricavava la piacevole sensazione di aver scoperto qualcosa, di aver imparato qualcosa.
C’era una volta una ragazzina alle medie che, prendendone in prestito almeno due a settimana, da "Piccole Donne" all’"Incompreso" passando per tutte le collane di avventure per ragazzi e ragazze, esaurì presto i tioli a disposizione della biblioteca scolastica.
C’era una volta una liceale che leggeva di tutto di più, si appassionava ai classici e non della letteratura italiana ed inglese, basta che erano leggibili ed utili per passare il tempo (più o meno della serie "Basta che respirino…" il concetto è quello). C’era sempre questa liceale che si annoiava a seguire i ritmi lenti di una classe in cui i prof dovevano oltre che spiegare anche interrogare e quindi rallentare il programma. La liceale sai che faceva? Andava avanti da sola se qualcosa le interessava o le piaceva particolarmente. Aveva letto, ad esempio, tutto il capitolo di Sant’Agostino oppure sapeva già tutto di Kant e del suo pensiero, quando ancora la prof aveva assegnato per casa solo la vita e le opere e tutti borbottavano che erano troppe pagine da studiare. Così poi seguiva meglio le spiegazioni, così poi poteva intervenire, ma non era secchiona, no, no.
C’era poi una studentessa universitaria che nell’ora di treno all’andata e nell’ora di treno al ritorno, moltiplicato per tutte le volte che frequentava, ha acquistato e letto qualcosa come tutta la serie dei poeti della Newton Compton (li ricordate…solo 4900 lire mi pare) così come i millelire (eh si sa che gli universitari devono centellinare le risorse economiche) per poi acquistare libri su libri, in italiano ma anche in inglese (un po’ meno in francese), chè un’altra lingua ti apre altri mondi non solo cognitivi da esplorare.
C’era una volta una donnina fresca di studi, fresca di Master, fresca di Internet e appassionata di tecnologie. C’erano una volta i primi blog (mi pare fosse la fine del 2002) e ci sono oggi milioni di blog.
Lettura e scrittura finalmente non sono riservati a pochi. Idee e parole che circolano, link, segnalazioni, riflessioni, serendipity di link in link che ti porta o dove volevi arrivare o dove non avresti mai pensato di arrivare. Chiamala sete di conoscenza, chiamala curiosità, chiamalo piacere della lettura, di mettere in moto il cervello…chiamala come vuoi.
E se una volta la mamma le diceva "Ma sempre con un libro in mano stai?" ora le dice "Ma sempre con questo computer stai?" poco cambia. O meglio è cambiato lo strumento di lettura, è cambiato l’accesso alle risorse leggibili, ma non è cambiata la sostanza. Il bello è che i blog li leggi anche dai feed, quindi con un feed reader riesci a seguire tutte le conversazioni e le tematiche che ti interessano in pochi click, le informazioni vengono da te, non sei più tu a scovare loro (anche se questa attività di ricerca su web ha sempre il suo fascino per il navigatore e sempre le sue soddisfazioni). Ecco che le risorse, i segnalibri, le frasi sottolineate, i concetti importanti vengono condivisi di blog in blog, modificati, riletti con altre chiavi…E poi hai sempre la possibilità di recuperare e di stare al passo anche se ti assenti dal web per qualche motivo.
Insomma, e concludo, se non ci fossero i blog, per quanto mi riguarda, comunque leggerei altro, come ho sempre fatto. Solo che ci vorrebbe più tempo e forse anche più soldi, solo che ritornerebbe ad essere una attività, seppur piacevole, di lettura solitaria con molte meno occasioni di confronto con altri. La blogosfera che ognuno abita o semplicemente segue, ti fa trovare presto informazioni e notizie, ti aggiorna in tempo quasi reale sui fatti importanti successi, veicola idee e proposte, presenta persone con cui trovare affinità o meno, fa da filtro su determinati argomenti di interesse, stimola continuamente alla conversazione, diverte. Ecco…alla fine è un piacere leggere un blog. Ma aggiungo che per leggere tutto e partecipare a tutto, it takes time! Ma è tempo ben speso!
Mia mamma mi diceva che la mia faccia si stava trasformando piano piano in un monitor.
mia mamma dice lo satesso del mio fondoschiena LOL
Ecco perchè mi pongo certi interrogativi… da piccolo forse leggevo troppo poco!!!
Grazie per la risposta Catepol
bella questa carrellata dall’infanzia a oggi!
ehehe…mai passarmi un meme nelle mattinate pseudo libere 😉
sottoscrivo l’ottima tua sintesi fulvia (cavolo potevo risparmiare tutot il post)
😉
i miei dicono che sto troppo davanti al computer anche se devo starci per forza perchè ci lavoro. gosh!
Per i blog condivido la tua opinione e quella di Fulvia
;D
aggiungo una cosa che ho dimenticato nel post…la funzione sociale della lettura…io amo leggere in treno o mentre aspetto treni in stazione…amo leggere con la gente che mi scorre attorno…un po’ quello che metaforicamente succede andando per blog
lo stesso vien detto dai miei…la mia faccia , si sta diventando un tutt’uno con il monitor, con il computer stesso ;_) a parte questo,,il concetto di scambio, di opinioni, di condivisione di immediatezza,,sono quelle le cose che magari ci fanno leggere un blog ec redo siano cose meravigliose…alla fine io ne ho data una mia visone anche qui, parlandone per caso con un amico…
http://mybeautifulife.wordpress.com/2007/02/18/autoreferenziale/
Baci Cate
Mi accodo a Fulvia Leoprdi che, dopo il corso di Macarena che ha seguito con me, è migliorata tantissimo… Non chiedetemi in che cosa… 😛
mentre leggevo tutto il processo in alto mi dicevo “sì bellissimo.. ma il tempo.. il tempo!!”. Ed in effetti lo dici anche tu alla fine del tuo post.. se solo ci fosse più tempo avremmo modo di immagazzinare una tale quantità di conoscenze e “relazioni” che non saprei nemmeno immaginare.
Nel limite del tempo che abbiamo facciamo comunque il possibile per soddisfare l’ansia di sapere e comunicare. Ed i blog sono questo ed anche altro, possono essere come un libro, un libro che ti risponde ed un libro di cui discuti in gruppo.. possono essere un film, un telegiornale, un quotidiano..
ma che sto dicendo?? 🙂
elena
mi piacciono i vostri commenti oh si quanto mi piacciono le cose che dite a margine dei miei scritti…
si il tempo è la variabile come per tutte le cose
ma anche la bvoglia di entrar ein relazione
e gli strumenti giusti
…
mi fa piacere leggere quello che pensate di questo post
Bellissimo. Dico davvero. Aggiungo un altro motivo per leggere blog: affogata in questa provincia un po’ asfittica, dove devi mimetizzarti non poco per non essere motivo di imbarazzo, la lettura di post come questo tuo (ho trovato tanti punti in comune con la mia esperienza) ti fa sentire un po’ meno sola.
floria…anche io penso che posso vivere ovunque a patto che ci sia internet altrimenti… 😉
sublime!
…e per i motivi di cui al commento più giù